Studente di Giurisprudenza al quarto anno presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Sin dal primo anno impegnato in attività studentesche tra cui ELSA e la UBLR.
Oggi, la cosiddetta generazione Z si trova da poco ad affrontare il mondo del lavoro o è ancora chiusa nelle aule studio di Giurisprudenza impegnandosi per conseguire la laurea. È risaputo però che le vere sfide iniziano dopo, quando si scopre che le competenze acquisite non bastano e cinque o sei anni sono già trascorsi. Molti studenti si chiedono se basteranno dei buoni voti per trovare uno studio legale dove potere svolgere una prima esperienza. Purtroppo, allo stato attuale la risposta non può non essere negativa poiché la quasi totalità degli studi si aspettano soft skills, esperienze all’estero, la conoscenza di almeno una lingua straniera oltre all’inglese, a volte già uno o due anni di esperienza lavorativa[1]. Qui, gli occhi di uno studente si chiudono a numerose incongruenze e tra le più importanti rientrano sicuramente l’assenza di esperienza e soft skills. Obiettivo di questo articolo è analizzare le criticità principali e offrire una possibile soluzione.