Avvocato tributarista. Esercita la professione occupandosi prevalentemente di contenzioso tributario e penale tributario.
Docente a contratto presso l'Università La Tuscia di Viterbo, cattedre di Diritto Tributario e di Scienza delle finanze e sicurezza finanziaria e presso la Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.
Autrice di numerose pubblicazioni e di articoli su riviste specializzate in materia tributaria e penale tributaria.
La questione del contraddittorio endoprocedimentale nel procedimento tributario è senz’altro, oggi e già da parecchio tempo, al centro di un ampio dibattito, sia in sede dottrinale che giurisprudenziale.
Una soluzione definitiva sembrava essersi raggiunta con le sentenze “gemelle” della Cassazione a Sezioni Unite (sentenze nn. 19667 e 19668 del 2014), le quali avevano riconosciuto l’immanenza dello stesso al nostro sistema.
Tuttavia, le stesse sezioni unite con un’altra pronuncia del 2015 hanno riaperto la problematica, trovando la soluzione di confinare la generalizzata obbligatorietà del contraddittorio ai soli tributi “armonizzati”.
La questione, poi, è affrontata anche dal recente D.L. crescita che sembra introdurre un obbligo generalizzato di contraddittorio prima dell’emanazione dell’accertamento ma che, a ben vedere, risulta limitante per il contribuente.