13 Agosto 2024

Verso una giustizia sostenibile: la prospettiva dei giovani giuristi su ESG e innovazione

REDAZIONE

Immagine dell'articolo: <span>Verso una giustizia sostenibile: la prospettiva dei giovani giuristi su ESG e innovazione</span>

Abstract

La redazione di 4cLegal intervista due giovani protagonisti della Quinta Edizione della 4cLegal Academy: Sofia Piermarioli e Gian Luca Carulli, che discuteranno l'importanza dell'integrazione dei principi ESG nella formazione giuridica, con un focus su come l'innovazione e la sostenibilità possano essere motori positivi nelle pratiche aziendali e nella governance.

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1. Credete che la formazione universitaria nelle facoltà di Giurisprudenza affronti in modo adeguato il tema della sostenibilità declinata ai principi ESG (Environmental, Social, Governance)?

Sofia: Per quanto riguarda il mio percorso di studi universitari, non ho avuto in alcun modo la possibilità di affrontare il tema della sostenibilità. Esso viene menzionato studiando diritto ambientale, esame a scelta dell’ultimo anno: solo coloro che lo selezionano all’interno del piano di studi hanno l’opportunità di approfondire l’argomento. Secondo la mia opinione, un'educazione giuridica completa dovrebbe includere i principi ESG per preparare meglio una nuova generazione di avvocati, rendendoli agenti di cambiamento verso una società più equa e sostenibile.

Gian Luca: Non credo purtroppo che le facoltà di giurisprudenza affrontino in modo adeguato il tema della sostenibilità. Quest’ultimo ancorché di estrema attualità, è poco discusso nelle aule universitarie. Mio malgrado i principi ESG non sono mai stati affrontati nel corso della mia carriera accademica; ne ho avuto contezza solo successivamente, grazie all’Academy. L’approccio universitario tende a impartire perlopiù conoscenze tradizionali, mentre si necessiterebbe di uno sguardo che volga verso il futuro.

 

2. Come pensate che i futuri avvocati possano essere meglio preparati per promuovere il benessere delle comunità lavorative, sostenere l'inclusione e garantire un trattamento equo e dignitoso dei dipendenti, oltre a promuovere la sicurezza sul posto di lavoro?

Sofia: Si potrebbe garantire il welfare delle comunità lavorative tramite un'educazione integrata da corsi specializzati su diritti umani, sull’inclusività e sulla discriminazione sul posto di lavoro. Inoltre, la collaborazione con esperti come psicologi del lavoro e consulenti HR arricchirebbe ulteriormente la visione d’insieme degli avvocati, consentendo loro di comprendere a fondo le dinamiche organizzative e di sviluppare strategie più efficaci per promuovere un trattamento equo e dignitoso dei dipendenti. Questo approccio interdisciplinare non solo migliorerebbe la competenza legale ma anche la capacità di comprendere le esigenze umane dietro le normative.

Gian Luca: Gli ambienti di lavoro inclusivi inoltre possono migliorare la soddisfazione personale e la produttività dei dipendenti, oltre a favorire un’immagine positiva dell’azienda, attirando talenti e clienti. Per quanto riguarda invece la sicurezza sul posto di lavoro è necessario, a mio parere, un vero e proprio cambiamento di mentalità, che non isoli più le tematiche della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro tra gli obblighi normativi ma, per contro, la consideri un valore e un imprescindibile investimento da costruirsi nel quotidiano. In altre parole, occorre promuovere azioni e programmi per l’elaborazione e lo sviluppo di una “cultura” della sicurezza sui posti di lavoro, attraverso iniziative di sensibilizzazione, responsabilizzazione e promozione della prevenzione, finalizzate alla riduzione sistematica degli eventi infortunistici.

 

3. Quali sono le vostre speranze sull’ottimizzazione della governance per facilitare il vostro ruolo di futuri avvocati? Vi aspettate che le aziende e/o gli studi adottino politiche più trasparenti e inclusive nei processi decisionali, magari includendo l’ausilio dell’intelligenza artificiale?

Sofia: Le mie speranze sono incentrate su una trasformazione sostanziale capace di infondere maggiore inclusività e trasparenza, oltre a un utilizzo responsabile dell'intelligenza artificiale nei processi decisionali aziendali. Le aziende devono non solo conformarsi agli standard ESG ma anche adottare politiche di governance che favoriscano una gestione aziendale etica ed efficiente. L'integrazione dell'intelligenza artificiale può rivoluzionare la governance aziendale migliorando la precisione nelle previsioni e nell'analisi dei rischi, riducendo i bias umani e ottimizzando l'allocazione delle risorse. Tuttavia, è cruciale che l'implementazione dell'IA avvenga con un approccio etico rigoroso per evitare potenziali discriminazioni e violazioni della privacy. Tutto ciò permetterà agli avvocati di avere accesso a dati più accurati e di supportare con maggiore efficacia le strategie aziendali sostenibili e socialmente responsabili.

Gian Luca: Come Sofia, anche io ritengo che sia necessario integrare l’intelligenza artificiale in modo trasparente, in conformità con regolamenti normativi come l’AI Act. Normative chiare e tecnologie avanzate sono cruciali, ma a tal scopo serve anche un cambiamento socio-culturale. Nonostante l’idea di avere accanto una “macchina pensante” capace di svolgere parte del proprio lavoro possa intimidire gli avvocati, l’AI non sostituirà di certo il professionista legale, seppur ne cambierà profondamente il modo di esercitare la professione e di interagire con i clienti.
 

4. In conclusione, perché è essenziale che l'avvocato del futuro sia un agente di cambiamento verso la sostenibilità?

Sofia: Gli avvocati possono influenzare molto più della pratica legale tradizionale, usando la loro conoscenza delle leggi per modellare politiche aziendali e governative sostenibili ed etiche. Il loro ruolo richiede un impegno attivo nella promozione dei valori ESG e nella creazione di soluzioni innovative per sfide come il cambiamento climatico e l'equità sociale. Gli avvocati del futuro devono andare oltre la difesa degli interessi legali per promuovere decisioni aziendali che rispettino l'ambiente, migliorino la qualità della vita dei dipendenti e contribuiscano al benessere globale.

Gian Luca: Non solo l’avvocato ma tutte le professioni devono tendere verso i principi della sostenibilità e fungere da agenti di cambiamento, perché è necessario che si soddisfino i bisogni del presente senza pregiudicare le generazioni future e l’impegno profuso in tale tematica non potrà che portare solamente un impatto positivo su ciò che ci circonda.

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