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Cosa vuol dire lavorare?
A livello etimologico si sa il termine lavoro deriva dal latino labor con il significato di fatica, in ambito economico, lavorare significa occupare il tempo a fare qualcosa di produttivo traendone un vantaggio generalmente economico.
In ambito spirituale il lavoro è quella forza, unita alla consapevolezza di sé, che permette di realizzare la propria natura potenziale portando a termine compiti etici che possano fornire un beneficio spirituale e morale a sé stessi, all’ambiente sociale e naturale.
Può essere definito anche come Karmayoga, ossia essere in connessione con le azioni che si stanno compiendo. In questo ambito rientra la teoria del lavoro affettivo, si parte dal presupposto che qualsiasi cosa facciamo possiamo fare del bene anche semplicemente facendo stare meglio le persone che entrano in contatto con noi.
Una cosa è certa “Se fai il lavoro che ti appassiona, non lavorerai un giorno nella tua vita” (Confucio).
Come riconoscere la passione per il proprio lavoro
Tutto parte dal concetto di passione.
Cosa vuol dire passione? Chi lavora con passione ha una forte motivazione intrinseca: la molla che spinge è in primo luogo il piacere, la soddisfazione che si prova nel compiere al meglio il proprio lavoro. I riconoscimenti, gli applausi e i soldi, chiaramente graditi, vengono al secondo posto.
Chi lavora con passione mette tutto sé stesso in ciò che fa, e nonostante i sacrifici e l’impegno profuso, sente poco la stanchezza.
Chi lavora con passione è disposto a fare ciò che altri non sono disposti a fare!
Abbiamo passione per le cose che ci piacciono.
È noto che chi lavori con passione trasmettendo entusiasmo all’organizzazione aumenti la sua capacità produttiva.
Possiamo sempre scegliere il modo con cui svolgere il nostro lavoro e lo spirito con cui lo affrontiamo ogni giorno. Se il nostro approccio è quello di una persona insoddisfatta, vivremo male il nostro tempo e irriteremo clienti e colleghi. Se il nostro approccio è allegro e appassionato, tutti vorranno lavorare con noi, tranne le persone che cercano di sopravvivere e non vogliono cambiare, le persone che non hanno voglia di impegnarsi a migliorare la propria vita e quella degli altri.
Per riassumere, le domande che rivolgerei alle persone che vogliano iniziare a lavorare negli studi legali oggi sono:
- Hai scelto il lavora che ti piace?
- Il lavoro che ti permette di esprimere al meglio il tuo talento?
- È il lavoro che rappresenta una missione per te?
- È il lavoro che ti gratifica anche quando ti fa stare lontano da casa?
- È un lavoro che riesci a trasmettere nel modo giusto ai tuoi clienti che normalmente ti percepiscono come un costo?
- Pensi di riuscire a trasmettere il tuo valore nell’aiutare i clienti ad essere a norma con la legge?
- Riesci ad immedesimarti nella professione del tuo cliente vivendo le sue difficoltà giornaliere?
- Sei in grado di ascoltare il tuo cliente con la giusta empatia?
L’equilibrio nella vita personale e vita professionale per il raggiungimento del benessere
La mia continua ricerca sul funzionamento della mente mi aiuta a migliorare la qualità della mia vita sia personale che professionale. Sono sicura non si possano scindere le due sfere perché quando andiamo a lavorare ci portiamo le insoddisfazioni della vita personale e viceversa. Si sente dire che al lavoro i problemi personali non debbano inficiare la qualità del lavoro che svolgi ma come fare a raggiungere questo equilibrio nessuno ce lo insegna.
Non siamo delle macchine, siamo essere umani e le emozioni non possiamo comprimerle o spegnerle con un click. Qual è la soluzione? Il mio mentore, Mario Alberto Catarozzo, mi ha insegnato che se non sei utile ai tuoi clienti non ha valore il tuo lavoro. È facile intuire se la tua consulenza legale sia proposta da chi lavori con passione perché è in un certo senso unico, originale e riconoscibile dagli altri, che ne percepiscono chiaramente il valore aggiunto.
Cosa propongo agli studi legali in qualità di coach del benessere
Ogni lavoro può essere noioso o entusiasmante, a te la scelta. Il 95% delle persone che ritiene il proprio lavoro noioso non crederà a questa affermazione. Eppure tutto dipende da noi. Avete mai visto delle persone fare un lavoro pesante e routinario ma farlo con entusiasmo? Parlo di quelle persone speciali che sono dei catalizzatori di energia positiva in quello che fanno. Io nel mio percorso ne ho incontrate tante, sono sicura anche voi. Oppure prendiamo l’esempio opposto, quelli che secondo voi hanno un lavoro bellissimo eppure si vede lontano un chilometro che non ne possono più e che danno segnali di stanchezza.
Evitate l’energia tossica. Avete presente quelle situazioni dove lo sfogo la fa da padrone o quelle persone che si lamentano di tutto, lasciando libero sfogo alle proprie lamentele... bene, in questi casi o di fronte a questi soggetti sorridete, girate i tacchi e scappate velocemente. Alle persone piace lamentarsi, diventa quasi uno sport nazionale di fronte alla macchinetta del caffè. Lo fanno, credono, per scaricare le tensioni accumulate. In realtà scaricano questa energia negativa su di voi e a loro passa solo momentaneamente, in realtà consolidano e rafforzano le proprie convinzioni negative e quindi fanno del male a se stesse oltre che a voi.
Il lavoro è un gioco se lo prendete come tale. Il fatto che il lavoro ci dia l’accesso alle risorse economiche/stipendio e che dobbiamo essere professionali non impedisce di metterci allegria ed entusiasmo. Se vi divertite mentre fate il vostro lavoro, le giornate passeranno così in fretta che non ve ne accorgerete. Il divertimento dà energia e il buonumore è contagioso. I vantaggi sono indubbi, chi si diverte tratta bene gli altri, è più creativo e il lavoro diventa così fonte di soddisfazione invece di un modo di guadagnarsi faticosamente lo stipendio. Divertirsi fa bene anche alla salute. Se vi divertite mentre lavorate e se create intorno a voi un ambiente sereno e positivo, trasmetterete passione ed energia in una parola, sarete in grado anche di "motivare" gli altri.
Datevi all'azione. Siate presenti in quello che fate e adottate l'approccio del fare. Prendete iniziativa, risolvete i problemi, superate gli ostacoli. Questo vi farà sentire bene. Chi si rassegna, si arrende e non affronta le cose con decisione alla fine si scoraggia. Alcuni usano l'espressione "proattività" per descrivere questo atteggiamento mentale.
Rompete le routine con la creatività. Siete voi a definire il contesto dove applicate le vostre energie. Dedicarsi a qualche novità, a un nuovo progetto, ad una nuova iniziativa, collaborare con altre persone, renderà la vostra attività più varia e darà un po' di pepe alle vostre abitudini.