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1. Avvocato Puccio, non pensa che la scelta di lasciare uno studio di grande blasone a 31 anni per mettersi in proprio sia stato perlomeno un azzardo?
In molti mi hanno posto questa domanda negli ultimi mesi. Si tratta di una decisione coraggiosa e certamente inusuale per questo settore… ma non parlerei di azzardo. Piuttosto di una sfida avvincente.
Non sono in grado di prevedere come andranno le cose in futuro, ma posso constatare che, a più di un anno dalla nascita di questo progetto, il bilancio è decisamente positivo. Il nostro è uno studio giovane, dinamico, con un approccio innovativo ai problemi. Credo che in questa professione sia fondamentale prendere decisioni coraggiose, mettendosi in gioco e rischiando in prima persona.
2. Per molti studenti diritto penale non è uno scoglio facile. Ci racconti il Suo esame di diritto penale 1, primo incontro con questa materia.
Il diritto penale commerciale è stata la mia passione sin dai primi anni dell’università, grazie agli insegnamenti dei miei professori, grandi maestri del diritto penale d’impresa. Non ricordo di preciso il mio esame di diritto penale 1, ma ricordo bene l’esame di diritto penale commerciale. Mi ha affascinato moltissimo ed era anche l’ultimo esame prima della laurea… ho lottato per riuscire ad ottenere la lode. Credo sia stata la mia prima vera soddisfazione professionale.
In Bocconi ho anche avuto l’opportunità di fare uno stage presso uno studio legale, specializzato in questo settore. Ritengo sia stata l’esperienza più importante della mia vita, grazie alla quale ho capito veramente quale sarebbe stato il mio futuro.
3. Quanto ha dovuto sacrificare la sua vita personale per raggiungere i suoi sogni lavorativi? Oggi, a 32 anni, riesce a bilanciare la vita personale con le responsabilità di uno studio che porta il Suo nome?
Per raggiungere certi obiettivi è fondamentale fare sacrifici. Questo può condizionare anche in maniera piuttosto significativa la vita personale di un giovane professionista, è innegabile.
Tuttavia sono convinto di una cosa: se trovi la tua strada, il tuo percorso, se hai la fortuna e la capacità di fare davvero ciò che ti piace e ti appassiona, lavori con grande serenità. Ti diverti lavorando. I sacrifici passano in secondo piano e vengono abbondantemente ripagati dalle soddisfazioni di ogni giorno e dai traguardi raggiunti.
Quando vedo il lavoro e l’impegno di professionisti molto più anziani di me, partner di grandi studi nazionali e internazionali, già arrivati all’apice della carriera, mi rendo conto di quanta strada io debba ancora percorrere. Siamo solo all’inizio: nella professione, come nella vita, non si molla mai.
Nonostante gli amici non siano sempre d’accordo con me, credo di essere riuscito a raggiungere un buon equilibrio tra professione e vita privata. Evidentemente, quando si fanno determinate scelte bisogna essere consapevoli che le stesse comportano un’assunzione di responsabilità non indifferente. Ma anche questo fa parte del gioco.
4. A proposito di soddisfazioni. Ci parli dell’incarico che le ha dato maggiori soddisfazioni. Quello per cui si è sentito più orgoglioso.
L’incarico che probabilmente mi è rimasto più nel cuore è un processo risalente a qualche anno fa. Ho difeso l’amministratore delegato di una società, imputato di bancarotta fraudolenta e truffa, nell’ambito di un procedimento molto complesso e delicato, che ha visto la presenza anche di una parte civile particolarmente “agguerrita”. Processo lungo, faticoso e oltremodo teso. Riuscire ad ottenere l’assoluzione del mio assistito per tutti i capi d’imputazione e vederlo commosso, sino alle lacrime, al momento della lettura del dispositivo è stata una grandissima soddisfazione. Sono questi i momenti in cui ti rendi conto di quanto sia entusiasmante e appagante questo “maledetto” mestiere!