* * *
Avvocato Ricchetti, oggi è il Direttore Affari Legali e Societari di ANAS S.p.A., ma ci tolga qualche curiosità. Anzitutto, cosa si aspettava dalla sua carriera lavorativa subito dopo la laurea?
Pensavo che avrei intrapreso la carriera diplomatica e sarei diventata un ambasciatore. Avevo persino fatto l’esame per essere ammessa alla SIOI, la scuola di preparazione al concorso, e l’avevo anche superato. Poi nello stesso periodo ho vinto una borsa di studio per partecipare al Master di Impresa sul Terziario Avanzato organizzato dall’Istituto Tagliacarne. Così ho scelto di intraprendere questo diverso percorso, ma solo perché preferivo Roma a Napoli. Poi, come la folgorazione sulla via di Damasco, ho capito che mi sarebbe piaciuto moltissimo lavorare in azienda.
Quali sono le principali tappe del suo percorso lavorativo e cosa ha più influenzato le Sue scelte? Sicuramente la prima è stata il Master che mi ha consentito di entrare in azienda e capire che il legale interno è una figura fondamentale e di non rango inferiore rispetto al libero foro. Ho così iniziato la mia carriera aziendale in Cerved, dove ho lavorato per circa 5 anni. Tuttavia l’esperienza che mi ha consentito di crescere è stata quella a Telemontecarlo, dove ho avuto la fortuna, giovanissima, di essere chiamata a svolgere il ruolo da responsabile e poiché l’azienda non navigava in ottime acque, mi sono stati assegnati compiti ardui ed ho avuto contatti con persone che mai mi sarebbero stati assegnati in un’altra realtà alla mia età. Nella vita ci vuole sempre anche un po’ di fortuna: trovarsi nel posto giusto al momento giusto. In occasione della vendita di Telemontecarlo a Seat ho avuto il privilegio di partecipare alle negoziazioni e conoscere i grandi manager di Seat, consentendomi di guadagnare la posizione di general counsel nell'azienda.
Una festa, sì una festa mi ha poi portato in Lottomatica. Ho conosciuto l’allora AD che mi ha invitato a partecipare alla selezione che avevano avviato per la ricerca del general counsel di Lottomatica e sono stata assunta. In questa occasione ho avuto l’ulteriore privilegio di partecipare alla trasformazione di Lottomatica da realtà tutta italiana a grande multinazionale e, sempre per i casi della vita, alcuni dei grandi manager che avevo conosciuto in Seat sono diventati i miei capi.
Cosa l’ha spinta a passare da una realtà privata come Lottomatica ad una realtà pubblica (e complicata) come ANAS?
Incoscienza, sfida e voglia di misurarsi con il cambiamento che il neonominato Amministratore Delegato aveva deciso di avviare. E, poi, avevo voglia di vedere dall’interno il pubblico. In Lottomatica mi ero confrontata con il pubblico da concessionario, mi serviva capire le logiche dall’altra parte. Inoltre, non meno rilevante, l’opportunità di gestire un gruppo di persone straordinariamente importante (la Direzione conta circa 200 persone) e, infine, poter tornare a patrocinare…!
Crediamo che Lei possa essere considerata un simbolo per tutte le donne che vogliono fare carriera, ma la famiglia si può conciliare?
Tutto si può se si vuole davvero. Lo dimostra il fatto che sono riuscita a sposarmi due volte e avere oggi una famiglia allargata meravigliosa che ha ben tre cognomi diversi: quello di mio marito, quello di mia figlia ed il mio e solo perché la figlia di mio marito porta, correttamente, il cognome del padre. Per non dimenticare due gatte. Oggi posso dire che ho un solo rimpianto, non essere andata a lavorare all’estero, mio primo amore, e forse in questo la famiglia mi ha condizionata, ma va bene così, più che bene.