30 Marzo 2018

Crisi dell’avvocatura? La partita si gioca all’attacco

ALESSANDRO RENNA

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Abstract

Siamo stati a Siena, per parlare di beauty contest digitale e di prospettive del mercato legale sul territorio italiano. Condividiamo alcune delle considerazioni emerse nel dibattito animato da AIGA, BMPS, Tonucci & Partners e da una rappresentanza territoriale di giuristi d’impresa e avvocati del libero foro.

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Gli avvocati che lavorano con le imprese sul territorio italiano lamentano, più di tutto, una spaventosa carenza di opportunità. Fuori dai principali capoluoghi, le imprese sono poche e spesso in difficoltà: chi ne cura gli interessi non può che pagarne le conseguenze.

L’analisi impietosa è emersa nella prima parte del dibattito organizzato da 4cLegal a Siena lo scorso 28 marzo (Evento Siena), nel quale più di un professionista presente tra il pubblico ha espresso sfiducia parlando di una vera e propria “disintegrazione” della categoria prodottasi inesorabilmente a partire dalla liberalizzazione targata Bersani di oltre dieci anni fa.

Stiamo parlando della situazione che riguarda soprattutto i professionisti attivi in ambito contenzioso, specie su materie civilistiche.

Le soluzioni?

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Un qualche ruolo lo gioca oggi l’equo compenso, del quale si è detto in un precedente contributo (Equo compenso). Almeno nei rapporti regolati da convenzioni predisposte unilateralmente dall’impresa, all’avvocato è stato garantito un compenso certamente non inferiore ai minimi tariffari e, in particolare, “proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto nonché al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale”.

Ma non può essere soltanto questa la risposta: non solo perché l’ambito di applicazione della nuova normativa è limitato, ma soprattutto perché -più in generale- la protezione sostanziale dell’avvocato non si realizza per legge. Le armi dell’avvocato sono le competenze, ed è su quelle che occorre scommettere.

Ci sono professionalità delle quali le imprese hanno e avranno sempre più bisogno, non semplici da individuare sul territorio. Alcuni esempi:

  • Privacy e data protection. Tutte le imprese devono fronteggiare grandi problemi di compliance con il nuovo Regolamento Europeo 679/2016 (GDPR): serviranno, per anni, esperti in grado di entrare in azienda, capire quali sono le aree a rischio e approntare rimedi efficaci e adeguati alle caratteristiche dell’impresa.
  • Compliance 231. La sensibilità sul tema è in crescita ed è prevedibile che sempre più imprese di media dimensione presenti sul territorio inizieranno a dotarsi di un modello organizzativo. Anche qui serviranno professionisti in grado di prestare assistenza di qualità.
  • Diritto alimentare. Nella nostra esperienza -nonostante la rilevanza del comparto agroalimentare italiano- rileviamo la significativa rarità di esperti in grado di assistere le imprese in tutte le problematiche tipiche di questa industry. Strano ma vero, la domanda spesso fatica a trovare un’offerta qualificata.

Probabilmente, scegliere percorsi formativi e professionali che riguardino queste aree potrebbe offrire maggiori opportunità agli avvocati del territorio. Le imprese hanno necessità di specialisti, lo vediamo di frequente nei beauty contest digitali gestiti su www.4clegal.com: accanto a chi svolge queste procedure per obbligo di policy interna, molti vi ricorrono proprio per individuare competenze estremamente verticali e specifiche. Meglio investire tempo ed energie in questa direzione.

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Essere competenti non basta, occorre impegnarsi per farlo sapere.

Sito internet di studio, presenza in piattaforme e testate specializzate, pubblicazione di contenuti tecnici e di posizionamento, partecipazione a eventi sono occasioni per farsi notare e creare occasioni. Investire per avere una presenza online interessante e comunicare la propria identità è il primo passo e gli stessi clienti ormai se lo aspettano. È importante che “come oramai necessario in tutti gli ambiti lavorativi, le competenze/eccellenze sappiano farsi riconoscere all’esterno attraverso un adeguato uso dei mezzi di comunicazione”, ha recentemente dichiarato a 4cLegal l’avv. Stefano Brogelli, General Counsel di Axpo Italia.

Qui il tema critico riguarda il come e il cosa comunicare. Le opzioni disponibili sul mercato sono molte, gli stili differenti. Ciascuno può cercare e trovare il suo.
A nostro avviso, quello che pagherà nel tempo sarà la scommessa sulle proprie competenze e il racconto di esse in modo semplice, costante e ben programmato. L’accesso da parte di potenziali clienti a contenuti di interesse e notizie credibili reperite online orienta già oggi in modo crescente la scelta dell’avvocato ed è ormai chiaro che le distanze fisiche non rappresentano un impedimento all’instaurazione e alla gestione del rapporto tra cliente e professionista. L’impresa è già oggi interessata alla competenza specialistica, a prescindere da dove essa si trovi sul territorio.

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In questa prospettiva, non di rassegnazione ma di riscatto, abbiamo avuto piacere di riscontrare apprezzamento per i concetti di disintermediazione e di concorrenza (Approfondimento): gli avvocati del territorio non hanno paura di proporsi online alle imprese e di competere col beauty contest digitale. Il Mercato Legale 4.0 segna un nuovo passo avanti.

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