22 Aprile 2020

Emergenza COVID-19: imprese aperte – lavoratori protetti

GIUSEPPINA SABRINA CAVASINO

Immagine dell'articolo: <span>Emergenza COVID-19: imprese aperte – lavoratori protetti</span>

Abstract

                                Aggiornato al 22.04.2020

Il tema della ripartenza delle attività produttive nella attuale emergenza di COVID-19 è sempre più all’ordine del giorno, ci si chiede quindi, come si dovranno comportare le aziende nella c.d. fase 2 e a quali linee guida si dovranno attenere per far ripartire il Paese in sicurezza.

Il Politecnico di Torino ha dato il via, insieme ad esperti in materia tecnico– scientifica delle università e ad alcuni centri di ricerca, ad un progetto denominato “Imprese aperte – lavoratori protetti”, che possa fornire un quadro di riferimento scientifico e tecnologico volto a minimizzare la possibilità di contagio tra persone che non presentano sintomi, così da consentire un rientro controllato sui posti di lavoro.

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Obiettivo e principi generali del progetto

L’obiettivo del progetto è stabilire un quadro di riferimento procedurale, organizzativo e tecnologico volto a minimizzare la probabilità di trasmissione del contagio tra persone che non presentano sintomi così da consentire un rientro controllato, ma pronto, sui luoghi di lavoro.

Il principio base del progetto è la prevenzione del contenimento del contagio, che viene ottenuto solo con strategie di prevenzione, monitoraggi, informazione e formazione.

Nel documento si legge che ogni lavoratore, oltre ad utilizzare un comportamento consapevole, dovrà utilizzare correttamente i presidi di minimizzazione del contagio come mascherine, cuffie, guanti e occhiali e dovrà, altresì, attenersi a modalità di organizzazione del lavoro, delle quali sarà preventivamente ed adeguatamente informato dall’azienda.

I lavoratori, inoltre, si dovranno sottoporre ad un triage multidimensionale, con analisi della temperatura e analisi biochimiche, affinché sia noto all’azienda lo stato di salute del singolo. L’azienda potrebbe utilizzare anche sistemi digitali di supervisione degli spostamenti dei lavoratori per evitare inutili assembramenti all’interno dell’azienda, sempre nel rispetto degli accordi sindacali e della normativa sulla privacy.

All’interno del protocollo è previsto che, sempre per la prevenzione e il contenimento della trasmissione del contagio in ambito lavorativo, potrebbe essere utile classificare i luoghi di lavoro in base a criteri specifici di densità di occupazione, distanze interpersonali da mantenere ed i mezzi di mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da adottarsi. Di conseguenza andranno aggiornati i Documenti di valutazione dei rischi. Dovranno essere predisposti adeguati piani di formazione e informazione del personale a ogni livello, come pure di prevenzione, vigilanza e controllo dell’applicazione delle prescrizioni. Dovrà essere svolta anche la sorveglianza da parte del medico competente, nel rispetto delle misure igieniche contenute nel Protocollo anti- contagio e nelle indicazioni del Ministero della Salute.

 

Misure per prevenire e mitigare i rischi del contagio

Il protocollo identifica metodi di prevenzione, già noti alle aziende, che però dovranno essere adeguati ad ogni specifico luogo di lavoro in considerazione delle caratteristiche di affollamento ed ai flussi di accesso aziendali:

  • Distanze interpersonali – per ogni area aziendale deve essere definito il numero massimo di accessi in funzione alla disponibilità dei dispositivi di prevenzione del contagio, allo spazio disponibile ed al tempo di permanenza all’interno dell’area nonché all’attività svolta;
  • Buone pratiche di igiene – oltre alla messa a disposizione dei lavoratori di distributori di gel igienizzante, sarà necessario intensificare l’attività specifica di pulizia giornaliera e di sanificazione periodica degli ambienti lavorativi;
  • Organizzazione del lavoro, degli ingressi e degli spazi comuni- il personale prima dell’ingresso in azienda dovrà essere sottoposto al controllo della temperatura. Se la temperatura sarà superiore ai 37,5° non sarà consentito l’ingresso in azienda;
  • Uso di dispositivi- dovranno essere selezionati dispositivi più adeguati al tipo di attività svolta, con particolare riferimento al concetto di protezione personale e sociale (mascherine filtranti);
  • Sorveglianza sanitaria – il medico competente dovrà segnalare all’azienda situazioni particolare fragilità, patologie attuali e/o pregresse dei dipendenti, e l’azienda provvederà alla loro tutela nel rispetto della privacy;
  • Eventuale utilizzo di tecnologie o di analisi logistico - organizzative
  • Costituzione in azienda di un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali e RLS.

Il protocollo prevede anche che l’azienda renda disponibili per i lavoratori azioni di supporto psicologico e welfare, soprattutto per le piccole imprese.

 

Tutela della privacy

Tutte queste attività, ovviamente dovranno essere poste in essere nel pieno rispetto della tutela della privacy del lavoratore. Qualsiasi misura adottata in questo contesto dovrà rispettare la liceità del trattamento e i principi generali del diritto. L’emergenza è una condizione giuridica che può e potrà legittimare limitazioni di libertà, a condizione però che tali limitazioni siano proporzionate e confinate al periodo di emergenza, cioè immediatamente revocabili al termine di questo. I dati personali necessari per conseguire gli obiettivi dovranno essere trattati per finalità specifiche ed esplicite e gli interessati dovranno ricevere informazioni trasparenti sulle attività di trattamento svolte e sulle loro caratteristiche principali, compreso il periodo di conservazione dei dati e le loro finalità di trattamento.

Le linee guida delineate dal protocollo si prefiggono l’obiettivo di proporre tecniche semplici, efficaci ed economicamente praticabili per riuscire ad ottenere un rientro sui luoghi di lavoro più sicuro ed in tempi più brevi così da rendere possibile la ripartenza di tutte le imprese. Sono in corso le prime sperimentazioni su aziende e realtà produttive selezionate come casi di studio e ci si augura che possano essere generalizzate ed applicate su larga scala.

 

 

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