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Dottoressa Scicolone, il 2024 sarà un anno importante per l’Italia in quanto presiederà il G7. Il Women 7, il gruppo ufficiale internazionale del G7 sulle pari opportunità, sarà anch’esso sotto la Presidenza italiana e di recente abbiamo assistito al passaggio della Delegazione da quella giapponese a quella italiana. AITRA, Associazione Italiana Trasparenza e Anticorruzione, di cui lei è Consigliera Direttiva, ha organizzato per il prossimo 15 gennaio un importante evento sulla parità di genere aziendale in collaborazione con la Delegazione Women 7, di cui lei anche membro. Ci racconta come nasce questa prestigiosa iniziativa in collaborazione?
AITRA, Associazione Italiana Trasparenza e Anticorruzione, con il grande supporto del Fondatore e Presidente Giorgio Martellino, uno dei General Counsel più esperti in Italia di compliance integrata, ha deciso di dedicare da qualche anno un focus anche al tema del gender equality come declinazione della sostenibilità e della compliance integrata che oggi è fondamentale per le imprese. Già negli anni precedenti, infatti, abbiamo dedicato importanti momenti di confronto su temi come quote di genere e certificazione della parità di genere. Il Women 7 è il Gruppo Ufficiale internazionale sulle Pari Opportunità che affianca il G7 formato dalla società civile, ma riconosciuto come interlocutore qualificato dai Governi del G7. È stato interessante unire questi due organismi per l'evento del 15 gennaio che sarà ospitato presso Europa Experience David Sassoli, lo spazio del Parlamento Europeo a Roma, organizzato anche in collaborazione con il Parlamento Europeo.
Come sarà strutturato l'evento in cui si affronterà il tema del gender equality in chiave tanto nazionale quanto internazionale, al fine di confrontarsi su come raggiungere la parità di genere nelle aziende?
Si tratta di una vera e propria kermesse, con un parterre di eccezione, ospitata in una location prestigiosa, che vedrà l’apertura dei lavori da parte di un importante rappresentante istituzionale del Parlamento Europeo, insieme al Presidente di AITRA Giorgio Martellino e alle tre Co-chair del Women 7 Martina Rogato, Claudia Segre e Annamaria Tartaglia, che illustreranno gli obiettivi del Women 7, del Summit Women 7 che si terrà nel Maggio 2024 e della Communique che si dovrà consegnare al Premier Giorgia Meloni. Non vi anticipo altro perché sarà bello ascoltare direttamente dalle stesse Co-chair il lavoro che svolgerà il Women 7 italiano accanto al G7. Il convegno del 15 gennaio prevederà inoltre un confronto di altissimo livello istituzionale di Corporate Governance Associativo. Per AITRA, oltre l’autorevole apertura del Presidente Martellino, interverrà la Vice Presidente Tiziana Ferrantini e chiuderà i lavori la Presidente Aggiunta Onoraria della Corte dei Conti Cinthia Pinotti, quale membro prestigioso del Comitato Scientifico AITRA.
Si porrà un confronto sul raggiungimento dello sviluppo sostenibile della parità di genere aziendale, si dibatterà su come sia importante che la parità diventi espressione della Governance, cioè declinazione della G del criterio ESG, analizzando la Strategia dell’Unione Europea, Nazionale e Agenda 2030. Ma ancora nella S, si vorrà porrà in rilievo come il perseguimento dell’obiettivo parità di genere aziendale significa il perseguimento di un fine aulico di una mission sociale, ovvero quello della piena occupazione femminile quale unico modo per difendere le donne dalla violenza economica. Più saranno le donne occupate e con autonomia finanziaria, più si combatterà la violenza economica. In relazione a ciò, durante il convegno avremo l'onore di ascoltare gli interventi della Presidente Commissione Parlamentare Bicamerale d’inchiesta Femminicidio, l'Onorevole Martina Semenzato, e il membro della Commissione Permanente Giustizia, la Senatrice Susanna Campione.
Dottoressa Scicolone, lei personalmente si dedica al tema delle pari opportunità da più di vent’anni, e nel tempo ha coordinato dipartimenti, tavoli, comitati sulla materia. Metterà, pertanto, a disposizione della prestigiosa delegazione Women 7 la sua preparazione tecnica acquisita in anni di esperienza?
Mi occupo di pari opportunità da 23 anni, esattamente da quando nel 2001 in Parlamento arrivò l’importante riforma dell’art. 51 della Costituzione e in quel periodo ebbi l’onore proprio di commentare la riforma sulla rivista di Gruppo Parlamentare al Senato, commentando anche l’intero iter legislativo della Legge che introdusse il reato di mutilazioni dei genitali per lotta all’infibulazione e della legge sulla procreazione medicalmente assistita, solo per citarne alcune. E per sette anni ho coordinato un Dipartimento dei Diritti Civili delle Donne. Da anni mi occupo dell’empowerment femminile in molti importanti network associativi di donne di cui sono stata delegata in Tavolo di lavoro su Donne e Finanza Sostenibile, in Tavolo Donne PNRR e Transizione Ecologica e Digitale, in Tavolo di lavoro Leadership femminile e ESG. Ho altresì coordinato il Tavolo Tecnico Women e Governance. Mi sono occupata delle tematiche politiche di genere aziendale in molti gruppi di lavoro di attività di advocacy. Sono impegnata sul fronte della Legge Golfo-Mosca e certificazione di genere. Quindi, per me, essere oggi tra i membri del Comitato Women 7, composto appunto da rappresentanti di importanti associazioni, è un grande onore e ne sento una grande responsabilità proprio perché comprendo che il lavoro che ci aspetta nel 2024 come gruppo ufficiale internazionale sulle pari opportunità del G7 è delicato. Sono tanto onorata di lavorare sotto le guida sapienti di Martina Rogato, Claudia Segre e Annamaria Tartaglia, che sono tre donne con leadership di respiro internazionale, oltre che tre professioniste di alto standing, che hanno un tributo e un riconoscimento direi mondiale sul tema gender, dal momento che provengono anche dalla rilevante esperienza del G20. E poi è molto importante per me lavorare insieme a nomi del calibro di Lella Golfo, Presidente Onoraria del Comitato Italiano Women 7, che stimo e che da tempo considero punto di riferimento sulla materia, essendo da tanti anni anche membro della Fondazione Marisa Bellisario, e Maurizia Iachino Leto di Priolo, che stimo parimenti moltissimo - solo per citarne alcune di tutti i nomi prestigiosi che compongono il comitato italiano Women 7.
In virtù della sua ventennale esperienza nell'ambito, può fornirci un suo personale suggerimento per raggiungere obiettivo parità di genere aziendale secondo lei cosa necessiterebbe?
Le aziende dovrebbero cominciare a considerare le Politiche di Genere costituendo un settore autonomo, un dipartimento a sè stante con un budget destinato. Infatti è necessario per lo sviluppo reale della parità di genere aziendale che ci sia un investimento economico da parte delle aziende, che la materia esca dalla sola allocazione delle Risorse Umane e che diventi un dipartimento autonomo con una figura professionale responsabile dedicata con expertise precise, che potremmo chiamare Gender Manager oppure Gender Equality Officer. Immagino tale figura a riporto diretto di AD e in coordinazione con tutte le Direzioni - Direzione Generale, Direzione Finanziaria, Direzione Risorse Umane, Direzione legale, Compliance, Sostenibilità - e che sia trasversale a tutte le Direzioni per creare, con un capitolo di budget destinato, lo sviluppo a lungo termine di piani strategici per la parità. Solo così si comincerà a considerare un vero e concreto sviluppo sostenibile di genere e non ci sarà cosi rischio di pinkwashing. Per le grandi aziende sarebbe più fattibile strutturare e sopportare i costi, mentre le medie imprese potrebbero ricorrere a manager a tempo oppure in outsourcing. Questo comporterà, ovviamente, la necessità reale di formazione verso queste figure, visto che oggi in Italia non esiste una laurea in parità. Ma il futuro lo vedo verso questa direzione, se vorremo dare una realizzazione concreta alla parità nel segno del raggiungimento dell’obiettivo 5 dell'Agenda 2030. Sarà infatti sempre più necessaria una formazione perché le aziende possano affidare questa materia a figure sapientemente formate verso queste peculiarità. Questo processo è cominciato già a grande linee in Italia con la certificazione di genere, che prevede per le aziende che scelgono di certificarsi la costituzione di un comitato guida della parità e una figura che coordina. Molte aziende stanno cominciando a porre quindi una figura di equity gender manager, perché si sta acquisendo la consapevolezza che se si vuole realmente creare parità, si necessita di progetti di sviluppo e figure professionali che sappiano realizzarla.