22 Giugno 2022

Inclusione e gender equality: il ruolo degli studi legali

ANDREA PUCCIO

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Abstract

La professione legale è oggetto di una trasformazione senza precedenti. Noi avvocati siamo chiamati a confrontarci quotidianamente con una società ed un’economia in continua evoluzione. Al fine di assecondare quelle che sono le aspettative del mercato, c’è bisogno che la stessa professione legale sia responsabilmente orientata alla sostenibilità attraverso una governance che faccia corretta applicazione, tra gli altri, dei principi di inclusione e gender equality. Una sostenibilità che va declinata, e soprattutto attuata, quindi, non solo in chiave ambientale, ma anche etica e sociale, specie nell’ottica di garantire il benessere delle future generazioni di professionisti.

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Quello della sostenibilità è un concetto molto sfaccettato: quasi sempre associata all’ambiente, in realtà, la sostenibilità fa dell’integrazione tra gli aspetti ambientali, sociali, economici, finanziari e culturali la sua ragion d’essere.

Pianificare le sostenibilità non significa soltanto mettere in pratica la visione del futuro di un’impresa, ma anche contestualizzarla all’interno di un sistema: è un modo di pensare “win-win, capace di innescare una vera e propria crescita collettiva.

Molte realtà professionali, prime fra tutte quelle aziendali, hanno ormai da tempo optato per l’adozione di un modello gestionale improntato alla sostenibilità.

Pertanto, oggi, anche lo Studio legale, ancor più se ambisce a lavorare con grandi aziende, deve diventare sensibile a tali tematiche e perseguire, innanzitutto, politiche di lavoro interne allo Studio che puntino a salvaguardare la qualità di vita dei collaboratori e promuovano politiche di inclusione e gender equality.

In tale ottica, la valorizzazione delle persone e delle loro diversità costituisce un ingrediente essenziale della people strategy ed elemento di efficacia dell’approccio ESG (Environmental, Social and Governance).

Una specifica sezione di questi criteri è sicuramente dedicata agli impegni sull’equità di genere, finalizzati a garantire paritarie opportunità nei processi di assunzione, promozione a ruoli di responsabilità, nomine dirigenziali e nel piano di successione per posizioni apicali.

In tal senso, sono molte le strutture che, negli ultimi anni, si sono impegnate a promuovere un ambiente, in tal senso, inclusivo.

Tuttavia, mentre sul lato della sostenibilità ambientale si stanno facendo passi avanti molto rapidi, per quanto riguarda le differenze di genere, purtroppo in Italia la strada da percorrere è ancora tanta e in salita.

È necessario, dunque, impegnarsi quotidianamente per il superamento delle resistenze culturali ancora presenti nel nostro paese favorendo, tra le altre cose, appunto la crescita di giovani professioniste a cui dare la possibilità di essere in prima linea nella gestione di uno Studio. In tal senso, il mercato estero detta l’esempio, dando vita a un contesto orientato a tali tutele.

Sempre nell’ottica di favorire politiche di inclusione volte a garantire il benessere delle future generazioni di professionisti, gli Studi legali italiani, avendo come paradigma i vicini stranieri, dovrebbero intraprendere un percorso di rinnovamento volto ad abbandonare sovrastrutture culturali, che vedevano l’accentramento di responsabilità e riconoscimenti in capo al dominus a discapito delle giovani risorse. È a queste ultime che è necessario far spazio: investire in giovani leve, responsabilizzarle e metterle fin da subito nelle condizioni di essere autonomi nella gestione del lavoro.

Per dare forma concreta alle sopra esposte politiche di inclusione ed equità di genere, è necessario mettere a terra iniziative concrete, perché ogni cambiamento parte con un'azione. Per la promozione della gender equality e della leadership femminile, innumerevoli le best practice e iniziative che possono essere attuate, a cominciare dalle pari opportunità di ingresso in azienda da definirsi sulla base di quote rose e dalle pari opportunità anche a livello di trattamento economico con l'annullamento del gender pay gap. Risulta centrale anche l'adozione di un modello di flessibilità nella gestione di tempi, spazi e modalità di lavoro, sulla base di una policy smart working all'avanguardia. L'attenzione alla sfera privata delle persone dovrebbe riflettersi su iniziative di policy aziendale in favore della famiglia e delle neomamme, quali la previsione di bonus e/o, addirittura, asili nidi sul luogo di lavoro, per avere opportunità e tempo per prendersi cura dei propri figli.

La sostenibilità sta assumendo, dunque, un valore ogni giorno maggiore e ciò non può essere ignorato da uno Studio professionale che voglia rimanere competitivo e al passo con i tempi. Ed anzi è necessario adoperarsi concretamente al fine di poter apportare un apprezzabile contributo in tal senso.

 

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