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Come nasce questo libro e perché proprio ora?
Catarozzo: "Il timing non è casuale. Siamo in un momento cruciale della trasformazione digitale, accelerato dall'esplosione dell'AI generativa alla fine del 2022. Le aziende e i professionisti HR si trovano di fronte a una duplice sfida: da un lato, devono padroneggiare queste nuove tecnologie, dall'altro, devono guidare le organizzazioni attraverso un cambiamento che è prima di tutto culturale. Il libro nasce proprio dall'esigenza di fornire una bussola pratica per orientarsi in questo scenario complesso."
Matteucci: "Aggiungo che c'era bisogno di un approccio integrato, che considerasse sia gli aspetti tecnologici che quelli umani e organizzativi. Troppo spesso si parla di AI in termini puramente tecnici, dimenticando che il vero valore si crea quando la tecnologia potenzia - e non sostituisce - le capacità umane."
Quali sono i principali timori che riscontrate nelle aziende rispetto all'AI?
Matteucci: "Il timore principale è legato alla possibile perdita di posti di lavoro. Ma è una preoccupazione che nasce da una visione distorta dell'AI. La realtà è che l'intelligenza artificiale sta creando nuove opportunità e trasformando i ruoli esistenti più che eliminarli. Il punto chiave è preparare le persone a questa trasformazione attraverso programmi di upskilling e reskilling mirati."
Catarozzo: "Un altro timore diffuso riguarda la perdita di controllo sui processi decisionali. Molti manager temono che l'AI possa prendere decisioni cruciali al posto loro. Ma anche qui si tratta di un fraintendimento: l'AI è uno strumento di supporto che permette di prendere decisioni più informate e basate sui dati, non un sostituto del giudizio umano."
Come può l'HR guidare questa trasformazione?
Catarozzo: "Il ruolo dell'HR diventa ancora più strategico in questa fase. Deve agire su tre livelli: culturale, accompagnando il cambiamento di mindset nell'organizzazione; operativo, ripensando processi e strumenti; strategico, allineando le iniziative di trasformazione digitale con gli obiettivi di business."
Matteucci: "È fondamentale anche il tema delle competenze. Gli HR devono evolversi in 'HR Tech', figure ibride capaci di comprendere sia le dinamiche umane che quelle tecnologiche. Nel libro dedichiamo ampio spazio a questo aspetto, fornendo framework pratici per lo sviluppo di queste nuove competenze."
Quali sono le principali applicazioni pratiche dell'AI nella gestione HR?
Matteucci: "Le applicazioni sono molteplici e in continua evoluzione. Nel recruiting, per esempio, l'AI può automatizzare lo screening iniziale dei CV e identificare i candidati più promettenti. Nella formazione, può personalizzare i percorsi di apprendimento in base alle caratteristiche individuali. Nella gestione delle performance, può fornire analytics predittivi per identificare trend e aree di intervento."
Catarozzo: "Un aspetto interessante è come l'AI stia trasformando l'employee experience. Chatbot avanzati possono fornire supporto 24/7 ai dipendenti, sistemi predittivi possono anticipare potenziali problemi di engagement, analytics avanzati possono misurare e migliorare il benessere organizzativo."
Come vedete il futuro della gestione HR?
Catarozzo: "Il futuro sarà caratterizzato da una sempre maggiore integrazione tra umano e digitale. L'AI permetterà agli HR di liberarsi dalle attività ripetitive per concentrarsi sugli aspetti più strategici e ad alto valore aggiunto. Ma la chiave del successo sarà mantenere l'elemento umano al centro."
Matteucci: "Concordo. Vedremo emergere nuovi ruoli e competenze, ma l'essenza della funzione HR rimarrà la gestione e lo sviluppo del capitale umano. L'AI sarà un potente alleato in questo, ma non sostituirà mai completamente il giudizio, l'empatia e la capacità di leadership degli HR professionisti."
Quali consigli dareste a chi deve iniziare questo percorso di trasformazione?
Catarozzo: "Il primo consiglio è partire da una chiara visione strategica. Non si tratta solo di adottare nuove tecnologie, ma di ripensare il modo in cui l'organizzazione crea valore. Poi, è fondamentale investire nella formazione e nel change management: le persone devono essere accompagnate nel cambiamento."
Matteucci: "Aggiungerei l'importanza di procedere per fasi, partendo da progetti pilota ben definiti che possano generare quick win e costruire fiducia nell'organizzazione. E non dimenticare mai che la tecnologia è un mezzo, non un fine: l'obiettivo deve sempre essere migliorare l'esperienza delle persone e i risultati di business."
In definitiva, la chiave del successo sarà la capacità di vedere l'AI non come una minaccia, ma come un'opportunità per trasformare la funzione HR, rendendola più strategica e a maggior valore aggiunto. In questo scenario, la formazione continua e lo sviluppo di competenze ibride diventeranno sempre più cruciali. Guarda la video intervista.