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Mara Mariotti, prima di entrare nel vivo della nostra intervista è interessante fare qualche accenno al suo percorso professionale: lavora nell’ambito delle risorse umane e dello sviluppo organizzativo ormai da molti anni, in particolare all’interno di realtà professionali. Qual è la sua esperienza e quali sono le peculiarità di questo settore?
La mia esperienza nell’ambito delle risorse umane è antica e risale alla prima esperienza professionale: l’azienda di famiglia. Dopo la morte di mio padre -avevo 22 anni- sono entrata nell’azienda da lui creata a propria immagine e somiglianza. Ogniqualvolta dicevo qualcosa mi rispondevano che mio padre non avrebbe fatto così, detto quello che stavo dicendo, agito come avrei voluto agire. Un continuo confronto che rendeva davvero difficile l’emergere della mia identità. Io stessa mi ritrovavo a chiedermi cosa avrebbe fatto mio padre in certe situazioni. Poi, forse l’immeritato titolo, la costanza e/o la determinazione hanno contribuito a formare quella che oggi chiamiamo esperienza. E l’esperienza è importante anche e soprattutto nelle relazioni interpersonali.
È passato molto tempo da allora e in questi ultimi 15 anni mi sto dedicando prevalentemente agli studi professionali, ben altra storia rispetto a un’azienda. Lo studio professionale non ha un solo capo o titolare, è l’espressione di più professionisti che insieme hanno creato un’organizzazione e tutti (chi più chi meno) sentendola giustamente propria, hanno il diritto di dire e intervenire creando un po’ di difficoltà a coloro che poi i processi li devono eseguire.
Entriamo ora nel vivo con un argomento di estrema attualità: parliamo di smart working nello studio legale. Una condizione lavorativa cui in molti si sono dovuti adattare in questa particolare contingenza. Certo le circostanze non sono delle più semplici, ma esistono a suo avviso delle opportunità che si stanno evidenziando? Sono ancora molti gli scettici, ma forse più di qualcuno sta rivedendo la propria posizione. A cosa crede sia dovuto questo “cambio di rotta”?
Prima dell’era COVID-19, lo smart working era in alcuni casi considerato un premio da dare ai dipendenti più fidati e meritevoli, utilizzato come una vera e propria leva motivazionale. Oggi le opportunità che il lavoro agile sta offrendo sono sotto gli occhi di tutti: la prima è sicuramente il preservare la propria salute mantenendo il posto di lavoro; la seconda la consapevolezza che il lavoro fortunatamente procede nello stesso modo e anche proficuamente. Credo comunque che l’emergenza COVID-19 abbia accelerato il processo verso il lavoro flessibile e che forse sia ancora da comprendere appieno l’evoluzione culturale che questo porterà nel mondo del lavoro.
I vantaggi dello smart working per i collaboratori sono più immediatamente evidenti, ma esistono aspetti positivi anche per il datore di lavoro e quindi -ai nostri fini- per lo studio legale. Quali sono i principali vantaggi a suo avviso, e come sarà possibile passare da uno smart working per così dire emergenziale a uno “strutturato”?
Per gli Studi la sede è sempre stata il biglietto da visita principale. Palazzi meravigliosi ospitano i principali studi e una tra le prime voci di costo sui bilanci sono proprio gli immobili. Sappiamo bene quanto costa avere un certo numero di metri quadrati in centro città. Questo potrebbe essere un primo interesse per il datore di lavoro: un risparmio sulla sede di rappresentanza. Questo per citare un costo vivo, immediatamente evidente. L’aspetto che a me piace più osservare e che credo abbia maggiore rilevanza è invece la gioia e l’efficienza dello smart worker che inevitabilmente si traduce in una maggiore efficienza per l’intera organizzazione. Chi sta lavorando da casa sta provando per la prima volta una sorta di autoregolazione: decide in totale autonomia il quanto, il come e il dove. Ebbene, credo non vi sia miglior vantaggio per un datore di lavoro del benessere del proprio collaboratore/dipendente nonché della crescita di competenze che questo comporta in termini di autonomia e responsabilità rispetto agli obiettivi.
Sulla base delle riflessioni che abbiamo qui ripreso, abbiamo lanciato una survey per capire qual è la percezione generale nei confronti dello smart working nel mercato legale. Quali risultati attende? E a cosa servirà l’analisi di questi risultati?
La survey è uno strumento molto importante di ascolto delle esperienze che le persone stanno facendo in questo momento, e non sempre è tutto semplicissimo. Non tutti hanno a disposizione una casa con spazi adeguati o una situazione famigliare che permette di lavorare secondo le personali esigenze. Molti genitori in questo momento stanno facendo salti mortali per riuscire a tenere tutto insieme. Non deve essere per nulla facile concentrarsi sul lavoro e sperare che tuo figlio nell’altra stanza non richieda improvvisamente attenzioni. Come in tutte le cose non esiste una e unica soluzione. Attraverso l’analisi dei dati auspicherei di avere degli elementi che ci permettano di capire il modo migliore per organizzare insieme un sistema che preveda la proficua coesistenza tra lavoro e impegni domestici, tenendo conto delle difficoltà che questa dualità porterà per le persone. Il confine tra privato e lavoro, stando a casa o comunque non in ufficio, è labile. Probabilmente lo Studio avrà necessità di investire nel potenziare la sicurezza della rete informatica anche dei propri collaboratori.
Chiudiamo con una domanda che nasce da queste riflessioni ma va anche oltre. Alla gestione e organizzazione delle risorse umane -che, diciamolo, sono il patrimonio più prezioso di qualsiasi organizzazione- sono spesso (ingiustamente) riservate poche risorse economiche e di tempo. Il problema è particolarmente sentito negli Studi professionali. Quali crede siano le ragioni e quali i prossimi trend? 4cLegal è solita inquadrare questo tema in quello più ampio della “sostenibilità” degli studi professionali.
Siamo abituati ad utilizzare la parola sostenibilità in altri settori. Per esempio, un’agricoltura sostenibile è quella che non sfrutta ma rispetta l’ambiente in cui si compie, un’economia sostenibile è quella capace di tenere insieme il sociale, l’economico e l’ambientale.
Da qui è forse più facile comprendere come potrebbe essere uno Studio professionale sostenibile. Le persone sono il primo valore di qualsiasi organizzazione nel rispetto dei ruoli necessari al proprio compimento.
Alla logica del profitto debbono essere affiancate altre considerazioni, che creano circoli virtuosi.
Se è vero che bellezza genera bellezza, cosa di cui sono convinta, perché dovrebbe essere impossibile pensare che un datore di lavoro, capace di rispettare e sostenere il proprio collaboratore, nel farlo non gli stia anche insegnando ad agire nello stesso modo con altri?
Lei mi chiede quali siano i prossimi trend e lo scopriremo insieme durante la 4cLegal Master Class. Credo che il tema della sostenibilità rappresenti una grande sfida sia negli ambiti produttivi così come in quelli dei servizi.
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Tutti i programmi e i costi di iscrizione a 4cLegal Master Class sono disponibili al seguente link: https://www.4clegal.com/eventi/4clegal-master-class-ciclo-seminari-formativi
