***
Avv. Tagliapietra e Avv. Orsega, prima di entrare nel merito del vostro corso, vorrei chiedervi di presentarvi brevemente: qual è la vostra storia professionale? Quanto ha influenzato sulla volontà di maturare conoscenze in materie più propriamente economiche come quelle del controllo di gestione all’interno dello studio legale? Ripercorrere alcune tappe biografiche della vostra storia professionale può essere utile per introdurre il corso.
GO: Essendo nato e cresciuto in uno studio professionale di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, ho assistito alla evoluzione della professione e avverto molto il tema del passaggio generazionale. Le mie competenze economiche sono frutto di una vera e propria passione che mi ha sempre portato a focalizzare l’attenzione sull’aspetto quantitativo: la applico ai clienti e allo stesso modo al mio stesso studio.
ST: Per me vale la stessa esperienza dello studio professionale molto simile, fondato quasi settant’anni fa da mio padre. L’interesse per il cosiddetto controllo di gestione dello studio nasce dalla constatazione di un progressivo cambiamento di quelle che un tempo si chiamavano professioni liberali e per me è soprattutto interesse per gli aspetti di strategia professionale in senso organizzativo interno e verso il mercato.
Lo studio professionale – indipendentemente dalle dimensioni – presenta una struttura organizzativa piuttosto complessa e simile a quella di un’azienda, con dei centri di costo spesso non irrilevanti. Sulla base della vostra esperienza, quali sono i vantaggi di un approccio sistematico al tema del controllo dei costi di gestione e della marginalità della prestazione?
GO: La professione dell’avvocato come quella del commercialista e del consulente del lavoro oggi si collocano in un mercato molto più concorrenziale rispetto a una ventina d’anni fa ed è sempre crescente il numero degli adempimenti e delle responsabilità che generano costi non direttamente fatturabili. Il primo risultato di un approccio sistematico al controllo di gestione è certamente quello di ridurre i costi per ottimizzare la marginalità della prestazione.
ST: Aggiungo che un atteggiamento di attenzione sistematica al controllo di gestione genera maggiore consapevolezza sullo studio come entità complessiva e consente anche di fare previsioni strategiche.
Una strategia organizzativa, fiscale e contabile ben pianificata è piuttosto rara all’interno di uno studio professionale. Tuttavia il tema ha grande impatto e rilevanza anche per questo. Quali crede siano i motivi, che spesso spingono gli studi professionali a non valorizzare quest’attività professionale? E, soprattutto, per colmare questo gap formativo, credete sia una materia che sarebbe utile affrontare anche nel percorso universitario di Giurisprudenza?
GO: Naturalmente bisogna distinguere. Le grandi law firm necessariamente hanno una organizzazione molto strutturata con un monitoraggio puntuale dei costi, gli studi unipersonali comprensibilmente hanno una gestione sotto il controllo diretto del titolare. In mezzo sta la maggior parte degli studi con una struttura articolata nei quali la poca attenzione all’aspetto quantitativo deriva in genere dalla forma mentis tipica dell’avvocato avversa ai “numeri” e molto spesso dal fatto che lo studio è nato come unipersonale e si è evoluto un pezzo alla volta inevitabilmente senza una preventiva strategia.
ST: Vivo da decenni anche la vita dell’università e non ho esitazioni a dire che nel percorso di Giurisprudenza, dove a seconda del percorso sono comunque presenti esami economici in misura variabile, sarebbe indispensabile una materia più prettamente ragionieristica, di contabilità.
Provando un difficile esercizio di quantificazione, quale credete sia l’effort in termini di ore per la gestione ottimale di queste attività? Inoltre, credete sia necessaria una formazione ad hoc – e nel caso di che tipo - per poter affrontare in modo efficace i processi gestionali?
GO: Qui molto dipende dalle dimensioni dello studio, un primo fondamentale consiglio è di partire per gradi e affrontare il percorso in modo progressivo. Forse un’ora al giorno può bastare, ma l’importante è non mollare…Non parlerei di una formazione necessaria, l’importante è la mentalità, poi per fare i conti ci si può far aiutare.
ST: Il grande sforzo come in tutti i cambiamenti è all’inizio, poi il monitoraggio dei costi e dell’organizzazione dovrebbe diventare una mentalità.
Un primo modulo del corso sarà dedicato alla mappatura dello studio: vi chiedo qui una piccola anticipazione per i nostri lettori su quelle che a vostro avviso sono le aree strategiche da presidiare e perché.
GO e ST: La mappatura è pregiudiziale, serve a individuare quali sono le aree strategiche. A seconda della struttura dello studio, della materia, e delle dimensioni, le aree strategiche si possono individuare in senso diremmo orizzontale (il lavoro è ripartito per tipo di attività/operazione), verticale (ciascun collaboratore segue un cliente dalle operazioni base alla chiusura della pratica), oppure per le diverse sedi dello studio.
***
Per avere ulteriori informazioni sul programma e conoscere gli altri 4cLegal Master Class visita la pagina dedicata: https://www.4clegal.com/eventi/4clegal-master-class-ciclo-seminari-formativi