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Il problema
I tempi e i costi per ottenere giustizia in Italia sono ormai insostenibili; oggi in Europa siamo agli ultimi posti. Tale lentezza e onere economico non può che tradursi in inefficienza del sistema impresa italiano ed in un rallentamento generale della crescita del Paese.
La durata media dei processi ordinari di primo grado nell’anno 2017 in Italia, è di circa 1000 giorni (fonte Ministero di Giustizia). Le conseguenze per le imprese, ed il dato è notorio, sono una riduzione delle dimensioni delle imprese stesse e degli investimenti esteri nel nostro Paese.
A tali difficoltà si aggiunge un contesto economico sempre più competitivo ed in continua evoluzione che può mettere a rischio anche le realtà imprenditoriali più solide.
Una soluzione rapida c’è
In attesa che la situazione migliori significativamente, l’anno 2017 ha confermato comunque il trend decrescente del numero dei processi pendenti, è necessario che le imprese si attrezzino autonomamente.
Per le imprese risulta quindi fondamentale evitare il più possibile le controversie giudiziali e, se costrette ad affrontarle, essere dotate degli strumenti idonei per ridurre il dispendio di risorse sia economiche che umane.
Questo risultato può essere ottenuto sicuramente adottando internamente quelle determinate procedure aziendali necessarie per:
- ridurre all’origine le situazioni che portano ad un contenzioso;
- risolvere nella maggior parte dei casi i conflitti con le proprie controparti autonomamente.
Alle società occorre essere quindi in possesso di quelle nozioni che consentono loro di affrontare in modo sistematico i conflitti senza dovere correre il rischio di:
- commettere azioni controproducenti,
- non essere in grado di provare le proprie ragioni,
e, per lo meno in una prima fase, senza dovere accedere alla consulenza stragiudiziale e/o giudiziale del proprio legale.
Lo strumento da adottare
Per colmare questa esigenza ritengo sia fondamentale e necessario che le imprese forniscano ai propri collaboratori quelle nozioni necessarie per gestire i rapporti tecnico-giuridici che si manifestano durante lo svolgimento quotidiano dei rapporti commerciali.
La formazione dovrà fornire le conoscenze giuridiche/pratiche per gestire, con sicurezza, professionalità e metodicità, i rapporti di lavoro con tutti i soggetti coinvolti in quello specifico processo produttivo, contribuendo così decisamente alla crescita aziendale e alla riduzione dei costi.
Così, se la società svolge la sua attività nell’ambito degli appalti pubblici o privati, i suoi funzionari dovranno essere “addestrati” non solo nell’uso corretto del contratto d’appalto ma anche nell’affrontare e risolvere schematicamente le situazioni di criticità che possono insorgere durante la gestione della commessa.
Ed ancora, più in generale, prima della sottoscrizione di un contratto per un’importante commessa, dovrà essere svolta un’accurata analisi sia del nuovo cliente che dell’ipotetico contratto da sottoscrivere.
Tale tipo di formazione può essere sicuramente fornita dalla consulenza legale indirizzata non tanto a cercare di risolvere problematiche già emerse, ma intesa quale valido supporto necessario per prevenire l’insorgere delle controversie giudiziarie e per risolvere autonomamente e con sicurezza la problematica emersa.
L’avvocato d’impresa, che ha quindi una visione d’insieme dell’attività commerciale ed è a conoscenza sia delle procedure aziendali che dei rischi che le società possono correre, con il suo contributo formativo potrà sostenere positivamente la crescita qualitativa delle imprese. Il beneficio della formazione dei propri collaboratori e dell’annesso affinamento delle procedure interne avrà risultati sicuramente nel medio e lungo periodo, ma anche nel breve, consentendo sin da subito di gestire il conflitto “commerciale” o la problematica giuridica sotto altro punto di vista e con maggiore sicurezza.
Il risultato che si ottiene
La formazione tecnico/giuridica ha pertanto l’obbiettivo di ridurre, nel medio e lungo periodo, il contenzioso e gli annessi costi aziendali e, nel breve, quello di regolamentare a livello interno l’approccio al “conflitto commerciale”.
Di fatto per un’impresa investire nella formazione dei propri collaboratori significa essere più competitivi all’interno del proprio mercato di riferimento con l’obbiettivo finale dell’aumento del profitto.
Per le aziende diventa necessaria quindi una consulenza professionale al passo con i tempi, che le indirizzi nella ricerca e realizzazione della “best practice” aziendale.