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L’impatto dell’AI sul mondo del lavoro
L’avvento dell’intelligenza artificiale (AI) è destinato a ridisegnare radicalmente il mondo del lavoro: vediamo più da vicino.
L’affermazione è generalmente intesa come una minaccia, nel senso che strumenti quali Chat GPT, OpenAI e simili sono in grado di automatizzare le attività più di routine e quindi di sostituire il lavoro umano per le relative mansioni.
Un rapporto di Goldman Sachs del 2023, per esempio, indica che l'AI potrebbe sopprimere circa 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, con un impatto potenziale fino a due terzi dei posti di lavoro negli Stati Uniti e in Europa.
In questo senso, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale genera anche la preoccupazione di un aggravamento delle diseguaglianze sociali: è evidente che la cancellazione di posti di lavoro in mansioni di basso livello distribuisce la disoccupazione in modo non omogeneo colpendo maggiormente ceti e zone economicamente svantaggiati.
A uno sguardo più ravvicinato, il fenomeno non è però di così facile lettura. Occorre considerare qual è all’origine l’impatto delle nuove tecnologie nei diversi paesi.
Uno studio del Fondo Monetario Internazionale per il 2024 mostra che l'esposizione all'AI è minore nei mercati emergenti (40%) e nei Paesi a basso reddito (26%) rispetto ai Paesi sviluppati (60%). È questa la differenza che dilata le disuguaglianze: chi ha accesso all'AI ha senz’altro un vantaggio significativo e i lavoratori più giovani avranno certamente più facilità ad adattarsi ai cambiamenti e a sfruttare le tecnologie dell’AI rispetto ai lavoratori più anziani.
AI e sostenibilità
L'intelligenza artificiale offre anche strumenti per estrarre e analizzare dati contribuendo così, attraverso una maggiore trasparenza sulle dinamiche del lavoro, a promuovere progressi significativi per un ambiente di lavoro più sostenibile.
Per affrontare le criticità che emergono sul posto di lavoro occorre prima di tutto averne consapevolezza e l'AI può facilitare la rendicontazione delle condizioni di lavoro.
Tecnologie come l'apprendimento automatico e l'elaborazione del linguaggio naturale consentono di analizzare grandi insiemi di dati provenienti da varie fonti come rapporti, sondaggi, survey, registri di formazione, e-mail, ecc. Identificando ricorrenze di dati e potenziali problemi che potrebbero sfuggire agli analisti umani, l'AI può fornire al management informazioni critiche sulle condizioni di lavoro, sul turnover dei dipendenti, sulle metriche di diversità, sui problemi di salute e sicurezza sul lavoro: tutti dati necessari per prendere decisioni informate.
L'AI può anche facilitare valutazioni del rischio lavorativo: analizzando i dati provenienti da notizie, social media e altre fonti, si può identificare il rischio di lavoro minorile e di lavoro forzato in regioni o settori specifici.
AI e compliance
L'intelligenza artificiale può contribuire alla conformità normativa, individuando precocemente le lacune nel rispetto delle leggi locali e degli standard internazionali sul lavoro e permettendo alle organizzazioni di mettere in atto misure preventive: funzione particolarmente utile per le multinazionali che operano sotto giurisdizioni diverse.
Grazie all'AI, inoltre, le aziende possono monitorare da vicino le loro catene di fornitura. L’intelligenza artificiale è in grado di recuperare e analizzare in quantità massiccia i dati provenienti da audit, certificazioni e rapporti per individuare potenziali problemi di lavoro anche nelle attività dei fornitori, facilitando le aziende nella due diligence della supply chain.
Infine, l'intelligenza artificiale può generare contenuti (testi, immagini e fotografie) per la redazione dei report di sostenibilità: ovviamente, può anche produrre versioni dei rapporti di sostenibilità in vari formati (testo, presentazioni, infografiche, podcast, ecc.), che possono essere condivisi per diversi scopi.
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