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Marco, puoi dirci qualcosa sul movimento B Corp?
Certo, grazie per la domanda. Le B Corp sono, per dirla in maniera semplice, aziende (raramente, organizzazioni e istituzioni) che combinano l'elemento di profitto con un forte rispetto dei valori ESG. Fondamentalmente, una B Corp è un’entità che si concentra più sull'interesse degli stakeholder che su quello degli azionisti. Tra esse, possiamo trovare nomi rilevanti tanto a livello globale quanto Italiano. Pensiamo a Patagonia, Danone o Warby Parker.
Quali sono le differenze tra le scoietà benefit e le B Corp?
L'idea di base è simile, ma gli standard sono diversi. Le società benefit sono società che hanno deciso di adottare una struttura legale specifica. Ciò è possibile nella maggior parte dei Paesi occidentali. In Italia, uno dei primi Paesi a consentire questa opportunità (nel 2015!), i requisiti sono piuttosto semplici (principalmente modifica dello statuto, relazione annuale, nomina di un responsabile di impatto).
Le B Corp sono aziende soggette a una valutazione esterna da parte di un'entità/network no profit, B-Lab. Potrei parlare per ore delle varie differenze e delle caratteristiche di una valutazione d'impatto, ma il punto è che la valutazione esterna tende ad essere piuttosto invasiva e richiede uno sforzo deliberato per adottare gli standard ESG. Inoltre, la certificazione deve essere rinnovata periodicamente.
È possibile per uno studio legale diventare una società benefit o una B Corp?
Dobbiamo distinguere le due opzioni, tenendo anche conto del Paese in cui lo studio legale opera.
In Italia, tenendo in conto l'ipotesi della società benefit e considerando gli studi legali che hanno adottato una struttura societaria, abbiamo già alcuni esempi noti (come ad esempio Deloitte Italia). Per la maggior parte degli altri studi legali, tuttavia, risulta impossibile a causa della loro natura di associazione tra professionisti.
Per quanto riguarda la certificazione come B Corp, è oggettivamente più complicato, seppur recentemente una realtà italiana (Freebly) sia riuscita nell’intento. Ciò per diverse ragioni:
a) innanzitutto, gli standard di B Lab sono sviluppati principalmente con riguardo alle società, mentre gli studi legali hanno esigenze e obiettivi diversi. Anche noi ci occupiamo di business, ma in maniera diversa!
b) in secondo luogo, è molto difficile a causa di tutte le regole che regolamentano la professione legale, che includono specifici aspetti interni (ad esempio, il trattamento degli associates, dei dipendenti, ecc.) ed esterni (ad esempio, i limiti per quanto concerne la pubblicità). Come è possibile creare una B Corp quando, per legge, uno studio legale è tenuto a non avere accordi scritti con gli associates riguardo alle ore di lavoro o alle vacanze?
c) In terzo luogo, lo scenario cambia abbastanza radicalmente se parliamo di 10 professionisti, 100 o 1000. Come puoi immaginare, più piccola è l'azienda/studio legale, più facile è garantire standard elevati. Ma, allo stesso tempo, è minore l'impatto potenziale.
d) Infine, se è chiara per un'azienda la possibilità di non lavorare con fornitori specifici o clienti, la linea è molto più sfumata per uno studio legale, specialmente considerando il nostro ruolo etico come avvocati. Posso decidere di non assistere un produttore di armi o i rappresentanti di un'associazione criminale a causa della loro attività? E per quanto riguarda un partito politico che non rappresenta i miei valori? Cosa succede se diversi partner hanno opinioni non uniformi su questo argomento? Le domande come queste sono infinite.
Quali sono gli svantaggi principali di costituirsi come B Corp o benefit corporation?
Direi che ogni forma di riconoscimento/percorso di consapevolezza porta con sé una buona dose di esternalità.
Il lato positivo della medaglia è che i risultati positivi sono rilevanti (in termini di qualità del lavoro, integrazione lavoro/vita privata, attrazione/retention/senso di appartenenza delle risorse, ecc.), quello negativo è che nella maggior parte dei casi questo tipo di percorso è più difficile di quanto sembri. Oltre ciò, i costi non sono indifferenti. Ecco perché suggerisco sempre di fare affidamento su consulenti per il processo.
Detto ciò, vorrei sottolineare tre elementi. In primo luogo, dobbiamo mettere in pratica ciò che predichiamo. Ciò tenendo anche conto le nostre risorse sono e saranno i migliori rappresentanti dei nostri valori. In secondo luogo, dovremmo ricordare che siamo responsabili di ciò che comunichiamo. Il rischio di greenwashing è alto, e i nostri clienti e concorrenti saranno molto attenti ad ogni passo falso. In terzo luogo, dovremmo considerare che diventare una B Corp è un mezzo, non un obiettivo. Il nostro nucleo sono i nostri valori e come li promuoviamo.
La verità è che, nel percorso della sostenibilità, l'umiltà è la chiave. Stiamo imparando ogni giorno come essere più efficienti e dobbiamo “walking the way we walk”, più che “talking the way we talk”. Se pensiamo di essere arrivati, è il momento di tornare indietro e imparare. Se pensiamo di essere su un percorso senza fine, allora probabilmente siamo sulla giusta strada...
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Marco Imperiale è Head of Innovation dello Studio Legale LCA e Visiting Researcher presso la Harvard Law School.
Ha esperienza nei campi del legal tech, del legal design e nell'interplay tra diritto d'autore e industria dell'entertainment. Si occupa da anni di sostenibilità, in particolare con riguardo al mondo società benefit e B Corp.
È teaching fellow per il corso CopyrightX e ha pubblicato (con Barbara de Muro) il primo libro italiano sul legal design.