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Il 5 novembre 2019, Prada ha chiuso con Crédit Agricole l’accordo per un finanziamento quinquennale da 50 milioni di euro. Si tratta di un Sustainability Term Loan: significa che il tasso di interesse del finanziamento può essere ridotto se l’azienda centrerà alcuni obiettivi prefissati basati su parametri di Sostenibilità. È la prima volta che un accordo del genere viene chiuso nell’industria del lusso, ma i Sustainability Term Loans sono sempre più comuni.
È logico, in fondo: se un operatore (in questo caso una banca) associa il proprio nome a un’azienda investendoci dei soldi, tenderà a considerare le garanzie -reputazionali e finanziarie- di quella che può dimostrare di essere gestita meglio. L’idea che la Sostenibilità sia solo uno specchietto per le allodole -o, per usare l’espressione inglese, vuoto “virtue-signalling”, sfoggio di virtù- è sempre più lontana dalla realtà. Con formule come quelle di Sustainability Term Loans, al contrario, assume un valore decisamente misurabile.
L’accordo tra Prada e Crédit Agricole diventa ancora più interessante se lo si esamina più nel dettaglio. I parametri di Sostenibilità fissati per regolare i tassi di interesse sono tre.
- Uno riguarda il numero di punti vendita che otterranno delle certificazioni LEED Gold o Platinum. Queste certificazioni riguardano soprattutto l’efficienza energetica del negozio, e quanto è ecosostenibile.
- Un altro parametro riguarda l’uso di nylon rigenerato, ovvero riciclato da altri prodotti.
Fino a qui tutto lodevole, ma niente di nuovo. Nel campo del credito responsabile legato agli indici ESG (Environmental, Social e Governance), i primi -quelli ambientali- l’hanno fatta sempre da padrona (per ottimi motivi).
Il terzo parametro è diverso e più sorprendente. Si tratta del numero di ore di formazione che riceveranno i dipendenti -di modo che il loro lavoro per Prada sia anche un’occasione di crescita personale e professionale, e non solo di mera retribuzione. Siamo quindi nel campo Social della triade ESG: il termine “Sostenibilità” si allarga rispetto al suo settore di applicazione più classico e intuitivo, quello ambientale, per abbracciare le condizioni delle persone all’interno dell’azienda. È un orientamento che, a 4cLegal, accogliamo ben preparati. Non a caso, nella nostra iniziativa sulla Direzione Legale Sostenibile stiamo collaborando con Great Place to Work, una società di consulenza che si occupa della valorizzazione delle persone in ambito lavorativo.
Questo primo allargamento del significato del termine “Sostenibilità”, da Environmental a Environmental+Social, annuncia un trend che -a nostro parere- non potrà che proseguire fino a coinvolgere in pieno l’ultimo elemento di “ESG”: la G di Governance. Sta già succedendo: l’adozione di processi logici, trasparenti e tracciabili di decision-making viene vista come un ulteriore segnale che l’azienda si sta impegnando concretamente a migliorare le sue pratiche e condotte, incoraggiando così coloro che vogliono investirci. Fornire gli strumenti perché questo accada nel campo del legal procurement è al cuore della mission di 4cLegal fin dalla sua nascita. Siamo fieri di avere colto con anticipo un tema che sta diventando imprescindibile.