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Comprare follower non è corretto da un punto di vista etico
Esattamente come ricorrere al doping è, per un atleta professionista, un comportamento da evitare.
A un occhio attento - e bisogna sempre presumere che, se non l’intero mercato, almeno i propri competitor siano sempre sul pezzo -, la crescita forzata di follower non sfugge e il danno in termini di immagine è assicurato: nessuno considera affidabile un soggetto che ha bisogno di ricorrere al “doping” per gonfiare i propri numeri, e ben pochi profili “reali” giudicheranno interessante un’azienda che non riesce a trovare follower se non ricorrendo a profili che, nella realtà, non esistono. Nessuno si fida di chi imbroglia.
C’è di più: acquistare follower non garantisce, ovviamente, che gli account extra partecipino attivamente alla vita della propria pagina, lasciando like e commenti. Una pagina con decine di migliaia di account al seguito che vede i contenuti partecipati da quattro, cinque persone non è credibile e, molto probabilmente, ha preferito gonfiare i propri numeri acquistando follower, piuttosto che generare contenuti di qualità e attrarre gli interessati. La domanda sorge spontanea: che l’azienda non sia in grado di attrarre follower senza barare?
L’acquisto di follower non è sicuro
Gli algoritmi dei social network sono sempre al lavoro per identificare e bloccare i profili fake che vengono generati per poter essere impiegati in operazioni di acquisto follower.
Capita frequentemente che gli account fake vengano identificati e rimossi. Conseguenza: il numero di follower si riduce, ma non solo. I social network puniscono anche chi ricorre all’aumento forzoso di follower riducendo anche la visibilità (in questo periodo, già di per sé scarsa) della pagina.
Acquistare follower, inoltre, non porta reale valore all’azienda. Il bacino di utenza di una pagina corrisponde a persone interessate all’attività della pagina stessa, che si fanno, almeno virtualmente, portatori dei valori e dei messaggi diffusi dalla stessa a suon di condivisioni. Un account follower non serve a nulla: non solo non commenta e non partecipa, ma non ha nemmeno un pubblico di riferimento a cui mostrare i contenuti. È come aggiungere uno zero a una somma.
In buona sostanza, serve sempre preferire la qualità alla quantità, e una base piccola, ma responsive, è senz’altro meglio di un bacino di utenza vasto ma senza interazioni.
Esistono metodi per accelerare la crescita della tua pagina?
Esistono. Fermo restando che i contenuti devono essere di qualità e interessanti, una soluzione potrebbe essere valutare di promuovere la propria pagina con inserzioni a pagamento. Sponsorizzare la propria pagina o il proprio brand non ha prezzi esorbitanti ed esistono dei professionisti che possono ottimizzare la campagna di sponsorizzazione per raggiungere il massimo del risultato. Se l’obiettivo è far crescere il valore del marchio, o veicolare la mission dell’azienda o dello studio professionale, o ancora proporre i propri prodotti o i propri servizi a un pubblico che non abbiamo ancora incontrato, il gioco vale la candela.