28 Dicembre 2023

Spazio alle donne nelle Legal Directories

BENEDETTA MAZZA

Immagine dell'articolo: <span>Spazio alle donne nelle Legal Directories</span>

Abstract

Buone speranze per le donne che lavorano negli studi legali, viene riconosciuta da più parti la loro professionalità e anche la necessità di metterla in evidenza.

Ma buone speranze anche per gli studi legali che si avvalgono della collaborazione femminile e che sapranno metterla in luce nelle submissions dedicate, che sono in forte aumento. Questo grazie anche all’agenda globale delle Nazioni Unite (Agenda 2030 Sustainable Goals) che ha promosso la Gender Equality nel mondo del lavoro. Gli studi legali che danno quindi dimostrazione di essere inclusivi hanno maggiore visibilità e prestigio e soprattutto la possibilità di salire nella scala dei rankings. Quindi spazio alle donne nei rankings, largo alle donne nei rankings, e (speriamo!) in alto le donne nei rankings.

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Women in law: legal directories premiano le donne 

Una guida pubblicata da Chambers &Partners (Chambers Women in Law) punta a fare riconoscere le avvocatesse di successo a livello internazionale e promuove iniziative per la parità di genere nel settore legale, come tra l’altro, D&I Awards, che premia programmi veramente innovativi.

In un annuncio recente, Chambers ha dichiarato che bloccherà le graduatorie per un periodo da 12 a 18 mesi per tenere conto del congedo di maternità e per impedire che le posizioni nei rankings siano influenzate negativamente da eventuali assenze prolungate. Nel suo modello di presentazione più recente, Chambers chiede agli studi di identificare gli avvocati che “sono o sono stati in recente congedo parentale” o hanno avuto “impegni significativi per la cura dei figli o accordi di lavoro part-time”, situazioni che tendono a colpire, statisticamente, più donne che uomini. Solo in Italia le donne che lavorano part-time sono quattro volte più numerose degli uomini. Come risulta dai dati Istat, nel 2021 la percentuale di lavoratrici a tempo parziale in Italia è stata del 28,5%, mentre per gli uomini è stata del 6,9%.

Anche Legal 500 pubblica una guida che include una sezione dedicata alle best practice femminili e alle iniziative per la parità di genere.

Nel farlo promuove una vera e propria call to action e si rivolge agli studi legali chiedendo collaborazione: “Le classifiche di Legal 500 possono riflettere solo la realtà attuale all'interno degli studi legali, quindi abbiamo bisogno del vostro aiuto per cambiare. È fondamentale correggere questo squilibrio di lunga data, non solo perché è giusto e giusto da fare, ma anche perché è un imperativo commerciale. I clienti vogliono che i loro studi legali siano inclusivi e vorranno vedere questo atteggiamento riflesso nelle nostre classifiche. Anche se non classificheremo gli studi in base alla diversità, cercheremo modi in cui possiamo riflettere meglio la diversità all'interno degli studi e modificheremo i criteri di selezione per le nostre classifiche come la “Hall of Fame”, in modo da sostenere il riconoscimento di partner femminili”.

Sia Chambers sia Legal500 hanno inoltre richiesto ai loro ricercatori e ai loro editori l’utilizzo di un linguaggio neutro (o almeno non discriminante) quando scrivono delle donne. 

Un passo avanti in questa direzione è già stato fatto anche dal Financial Times “Innovative Lawyer” che ha introdotto per l’edizione 2023 la nuova categoria ESG: Diversity and Inclusion.

Sempre nel trend, Managing IP presenta la “Top 250 Women in IP list 2022”, una pubblicazione dedicata alle professioniste che si sono distinte in ambito IP.  

Nel frattempo IFLR è già alla 5 edizione di “Europe IFLR1000 Women Leaders for 2022”, che ha visto la partecipazione di oltre 1000+ donne avvocato, pari a +33% rispetto al 2021. 

 

Women in law: percentuali europee

Sebbene in Italia, come in molti altri Paesi europei, negli ultimi anni ci siano stati progressi significativi, le donne continuano a essere sottorappresentate nelle legal directories. Uno studio del 2022 ha mostrato che solo il 21% degli avvocati presenti in Chambers & Partners è di sesso femminile, e solo il 22% delle società incluse nella guida è diretto da una donna.

Considerando la situazione europea, si possono notare notevoli differenze nella rappresentanza delle donne nei rankings dei diversi Paesi. Ad esempio, solo Bulgaria, Latvia e Romania hanno una rappresentanza femminile superiore al 40%, mentre Germania, Austria e Svizzera hanno percentuali che non superano il 15%. L'Italia si colloca invece al 21° posto (18.05%) su 27 Nazioni per numero di donne presenti nei rankings. 

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Quest’anno la Bosnia-Erzegovina ha visto l'aumento maggiore con il 50% di a partecipazione femminile. Anche Spagna e Danimarca sono tra le giurisdizioni che registrano il più alto aumento di donne classificate (+ 18%,) portando il numero totale a 219 in Spagna e 55 in Danimarca.

La Francia si distingue in termini di numero totale di donne classificate con 247 (+ 8% rispetto all'anno precedente). 

Tra le cose positive, c’è che in Italia la percentuale di avvocatesse classificate (22,7%) è il più alto negli ultimi 10 anni. Il numero totale di avvocatesse classificate supera per la prima volta la quota 200.

Fonte: Chambers & Partners: Europe 2022 Guidelaunchwebinar

 

 

Women in law: percentuali per area di diritto 

La partecipazione delle donne nelle submissions mostra sensibili variazioni in base all'area di pratica del diritto. Alcune aree infatti tendono ad avere una minore rappresentanza di donne rispetto ad altre.

Private equity (12%) e capital markets (16%) sono le aree con la minore rappresentanza femminile nelle submissions. Lo stesso problema si riscontra anche nelle aree del diritto commerciale, dove la loro presenza è sovente inferiore al 20%. Anche l'area del diritto penale presenta una bassa rappresentanza femminile, con solo il 15-20%.

Le donne sono invece più rappresentate nei settori del diritto del lavoro e dell'immigrazione, dove la loro presenza può arrivare al 30-35%. Anche l'area del diritto della proprietà intellettuale ha una maggiore rappresentanza femminile, con circa il 25-30% di avvocatesse incluse nelle legal directories. Infine la presenza nell’area dell’healthcare arriva al 38%.

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Fonte: Chambers & Partners:  Europe 2022 Guidelaunchwebinar
 

 

Conclusioni

Le opportunità e le vetrine per le donne nel settore legale sono in rapida crescita. È necessario però che gli studi legali prendano coscienza del fatto che la promozione al femminile ha un impatto positivo sul brand dello studio stesso.  Questo perché oggi la forza di un brand dipende anche, se non soprattutto, dalla dimostrazione di essere al passo con i trend che evidenziano l'importanza attribuita alla parità di genere anche nel mondo del diritto. È quindi fondamentale che gli studi legali sfruttino al massimo la possibilità di candidare più donne possibili per i rankings.

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