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Dunque non stiamo parlando di qualcosa di nuovo, bensì di qualcosa che fa parte della nostra cultura e che una generazione dopo l’altra è entrato a far parte del nostro modo di vivere le cose. Instagram e Facebook sono due modalità moderne di raccontarsi (on line) e di interagire. Partiamo dunque da qui e chiediamoci come possiamo utilizzarlo in un particolare contesto che si chiama public speaking.
Ho il “piacere” di assistere spesso alle performance oratorie di avvocati, commercialisti e altri professionisti che si cimentano nell’arte del parlare in pubblico in occasione di convegni e seminari, oppure anche semplicemente di riunioni con i collaboratori. Senza entrare nel merito del contenuto, entro invece nel merito del modo in cui questo contenuto viene trasmesso all’audience. Quasi sempre assistiamo a situazioni meramente informative, dove lo speaker invece di cercare di coinvolgere il pubblico prendendolo per mano e accompagnandolo a cogliere il contenuto desiderato, si pone come una sorta di “informatore del farmaco” che si limita a descrivere un contenuto in modo più o meno didattico.
Si può fare di meglio? Certamente sì. Lo storytelling è appunto lo strumento che permette di “impacchettare” un contenuto – che può essere informativo o anche solo la ratio, il principio che si vuole trasmettere – in un racconto che risulta molto più gradevole da seguire, più semplice da ricordare e più coinvolgente emotivamente.
La domanda ora potrebbe essere: come un avvocato o un consulente del lavoro, per esempio, possono utilizzare lo storytelling nella propria attività convegnistica, o nelle riunioni di studio? Ecco alcuni esempi pratici.
Per un giurista lo storytelling può assumere la forma di racconti di:
- casi professionali capitati in precedenza (la propria esperienza)
- casi di studio (case study) utilizzati come modello per spiegare un principio
- casi giudiziari (il dietro le quinte di un processo o di una decisione)
- situazioni simili (principio analogico)
- come si è arrivati ad una certa decisione operativa
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Il racconto dello storytelling non deve essere una storiella o una favoletta, come mi sono sentito dire una volta in un corso di formazione da un avvocato che non aveva chiaro come applicare alla propria realtà questo strumento. Io sto applicando lo storytelling anche se dico, per esempio: “mentre stavo preparando le slide di questo convegno mi sono confrontato con un collega per chiedergli…”.
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Infine, ricordate che lo storytelling permette di utilizzare il linguaggio metaforico, il linguaggio analogico, permette di arrivare alla parte emotiva del cervello e quindi di parlare all’inconscio e a quella parte che ha un ruolo fondamentale nei processi decisionali.