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Le misure:
Sospensione rimborso di prestiti e mutui per le PMI
L’art. 56 del “Cura Italia” prevede che:
- Le linee di credito accordate “sino a revoca” e i finanziamenti accordati a fronte di anticipi sui crediti in essere alla data 29 febbraio 2020 o quelli in essere alla data del 17 marzo 2020 non possono essere revocati nemmeno in parte fino al 30 settembre 2020;
- Il rimborso dei prestiti non rateali che scadono prima del 30 settembre 2020 è posticipato – senza alcuna formalità e alle stesse condizioni – al 30 settembre 2020;
- Il pagamento delle rate o dei canoni di leasing relativi ai mutui e altri finanziamenti a rimborso rateale in scadenza prima del 30 settembre 2020 viene riscadenzato sulla base di accordi tra le parti o, in ogni caso, è sospeso fino al 30 settembre 2020, senza prevedere nuovi o maggiori oneri per le parti.
I soggetti beneficiari dovranno semplicemente chiarare “di aver subito in via temporanea carenze di liquidità quale conseguenza della diffusione dell’epidemia da COVID-19”. La comunicazione potrà essere presentata via PEC.
Coerentemente è stata istituita un’apposita sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI ex L. 662/1996 il quale garantirà:
- con riferimento ai prestiti di cui alla lettera a) dell'art. 56 citato, il 33 % dei maggiori utilizzi alla data del 30 settembre 2020, rispetto all’importo utilizzato al 17 marzo 2020;
- il 33% dei prestiti e degli altri finanziamenti la cui scadenza è prorogata ai sensi della lettera b);
- il 33% delle singole rate dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale o dei canoni di leasing che erano in scadenza entro il 30 settembre 2020 e che sono state sospese ai sensi della lettera c).
Da apprezzare il contributo dell’ABI che con le Associazioni di rappresentanza delle imprese ha, infatti, sottoscritto un Addendum all’Accordo per il Credito del 2019, così prorogando l’applicazione della misura “Imprese in Ripresa 2.0”. Grazie a questo accordo, le imprese danneggiate dall’emergenza Coronavirus potranno usufruire della cd. moratoria ABI per tutti i finanziamenti in essere al 31 gennaio 2020.
Sospensione mutuo prima casa
Già il D.L. 9/2020 prevedeva la possibilità di richiedere la sospensione per 9 mesi delle rate del mutuo “prima casa” in favore dei lavoratori dipendenti che si erano visti sospendere o ridurre l’orario di lavoro per almeno trenta giorni.
Il “Cura Italia” estende tale possibilità anche ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti che certifichino di aver subìto perdite pari al 33% sul fatturato “dell’ultimo trimestre 2019”.
Finita la sospensione il mutuatario riprenderà a pagare le rate dalla quota capitale residua al momento della domanda e il piano di ammortamento verrà quindi allungato di un periodo pari alla durata della sospensione.
Nessuna sospensione per finanziamenti personali e cessioni del quinto
Nessuna misura è stata invece adottata a sostegno delle ipotesi di credito al consumo (finanziamenti personali e cessioni del quinto). Non è escluso, tuttavia, che gli istituti di credito non possano autonomamente adeguarsi all’attuale difficile congiuntura economica, mediante rinegoziazione o sospensione dei finanziamenti, sulla falsa riga delle decisioni già assunte con l’Addendum.
Prestiti fino a 3mila euro con garanzia all’80%
I piccoli imprenditori, gli artigiani e professionisti potranno ottenere una garanzia diretta fino all’80’% su nuovi finanziamenti a 18 mesi non superiori a 3.000 euro erogati da banche o altri intermediari finanziari.
Supporto di CDP alla liquidità
In favore di imprese medie e grandi che soffriranno una riduzione del fatturato, Cassa depositi e prestiti potrà concedere liquidità, tramite banche e altri soggetti autorizzati all’esercizio del credito. La cassa ottiene a sua volta la garanzia dello stato fino ad un massimo dell’80 % dell’esposizione assunta.
Proroga dell’allerta a sostegno delle nano imprese
Il D.L. n. 9/2020 prevede lo slittamento al 15.2.2021 dell’entrata in vigore dei nuovi sistemi di allerta, ossia gli Organismi di composizione della crisi (Ocri): per contrastare la crisi, l’azienda potrà, dunque, utilizzare gli strumenti stragiudiziali attualmente in vigore, come il Piano Attestato di Risanamento che rappresenta uno strumento agile e veloce per garantire la continuità d’impresa consentendo un blocco delle azioni con i principali creditori, tra cui le banche.