***
Le donne nei consigli di amministrazione delle società quotate: i dati secondo l’indagine EIGE
Le donne, pur rappresentando circa il 60% dei nuovi laureati nell’Unione Europea, sono fortemente sottorappresentate nei processi decisionali in ambito economico, in particolare ai massimi livelli. In particolare, stante ai dati riportati dall’indagine EIGE (European Institute for Gender Equality), condotta nel mese di giugno 2022, sulle più grandi società quotate in borsa dell’UE, poco più del 30% dei membri dei consigli di amministrazione risulta essere rappresentato da donne e solo circa l’8% risulta essere la percentuale di donne tra i presidenti dei consigli di amministrazione.
L’Unione Europea, con le nuove norme in materia di equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società, riconosce che accrescere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è essenziale per i seguenti obiettivi:
- dare impulso alla crescita economica in Europa;
- migliorare la competitività delle imprese europee;
- affrontare le sfide demografiche in Europa.
Una misura a livello europeo, infatti, oltre che garantire in tutto il territorio dell’Unione Europea condizioni uniformi in termini di competitività ed evitare complicazioni pratiche nella vita aziendale, potrà avere ripercussioni positive sull’occupazione femminile nelle società interessate e sull’economia in generale.
La Direttiva europea in materia di equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate: cronistoria
Risale al 14 novembre 2012 la presentazione, da parte della Commissione europea, della proposta di direttiva riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione (di seguito anche la “Direttiva”).
Nell’ottobre 2013, durante la presidenza lituana del Consiglio, il gruppo "Questioni sociali" – competente per tutte le attività legislative connesse all’occupazione e alla politica sociale – ha esaminato due serie di proposte redazionali elaborate dalla presidenza. Dalle discussioni è emerso un ampio consenso a favore dell'obiettivo generale della proposta: molte delegazioni hanno sostenuto l’impostazione della Commissione, mentre altre hanno preferito una soluzione volontaristica, per lasciare agli Stati membri una maggiore discrezionalità quanto alle politiche da adottare.
Il tema è stato nuovamente affrontato durante la presidenza lussemburghese del Consiglio. In tale occasione, le discussioni in sede di gruppo di lavoro hanno confermato che l’obiettivo della proposta di direttiva continuava a godere di ampio sostegno, anche se alcune delle delegazioni che continuavano a dirsi contrarie hanno sottolineato un disallineamento rispetto al principio di sussidiarietà.
Durante la presidenza maltese del Consiglio, il gruppo “Questioni sociali” ha esaminato una nuova serie di suggerimenti. La maggior parte delle delegazioni si è espressa a favore della proposta e si è detta disposta ad accettare il testo della presidenza. Tuttavia, altre delegazioni non sono state in grado di appoggiare il progetto di direttiva, ribadendo che non fosse in linea con i principi di sussidiarietà e di proporzionalità.
Il 3 giugno 2019, durante la presidenza rumena del Consiglio, i ministri responsabili di occupazione, politica sociale, salute e consumatori sono stati aggiornati, dalla Commissione europea, sullo stato dei lavori.
Il 14 marzo 2022, il Consiglio ha adottato un orientamento generale. Durante la presidenza francese del Consiglio, i membri del gruppo "Questioni sociali" hanno esaminato la proposta a livello tecnico, ritenendo che l'approccio proposto dalla Commissione, che prevede obiettivi indicativi anziché quote vincolanti, risulta adeguato. La presidenza ha altresì aggiornato il testo e apportato alcuni miglioramenti.
Il 7 giugno 2022 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico su un nuovo atto legislativo che promuove una rappresentanza di genere più equilibrata nei consigli di amministrazione delle società quotate.
Infine, il 17 ottobre 2022 il Consiglio ha adottato il testo definitivo della direttiva sull'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società.
Restiamo pertanto in attesa dell’adozione della Direttiva da parte del Parlamento europeo e della conseguente pubblicazione della stessa nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Direttiva europea in materia di equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate: quali gli obiettivi?
La Direttiva stabilisce che, entro il 2026, le società quotate dovranno mirare a garantire che i membri del sesso sottorappresentato detengano almeno il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi. Qualora gli Stati membri scelgano di applicare le nuove norme agli amministratori con e senza incarichi esecutivi, l’obiettivo quello di avere membri del sesso sottorappresentato che detengano il 33% di tutti i posti di amministratore.
Le società quotate che non conseguono tali obiettivi dovranno adeguare il loro processo di selezione per la nomina dei membri del consiglio di amministrazione. Nello specifico, dovranno porre in atto procedure di selezione e di nomina eque e trasparenti, basate su una valutazione comparativa dei diversi candidati sulla base di criteri chiari e formulati in modo neutro. Le qualifiche e il merito rimarranno i requisiti fondamentali.
In particolare, la Direttiva prevede:
- un livello minimo di armonizzazione dei requisiti in materia di governo societario, in quanto le decisioni di nomina dovranno basarsi su criteri oggettivi;
- misure integrate di salvaguardia in grado di garantire che non vi sia alcuna promozione automatica e incondizionata del sesso sottorappresentato;
- la preferenza per il candidato del sesso sottorappresentato avente le medesime qualifiche, a meno che una valutazione obiettiva non faccia propendere per il candidato dell'altro sesso.
Relazioni e adeguamenti nazionali
La Direttiva prevede la trasmissione da parte della società interessate - con cadenza annuale - delle informazioni relative alla rappresentanza di genere nei loro consigli di amministrazione e alle misure adottate e/o in corso di adozione per conseguire gli obiettivi di parità di genere previsti dalla nuova normativa. In particolare, agli Stati membri è richiesto di pubblicare un elenco delle società che hanno raggiunto gli obiettivi della Direttiva.
Lo Stato membro competente a regolamentare la società quotata è quello in cui la società ha sede legale, e non quello nel cui mercato regolamentato la società quotata negozia le sue azioni. La legge applicabile è pertanto quella del paese in cui la società quotata ha sede legale.
Gli Stati membri dispongono di due anni dall’entrata in vigore della Direttiva per adottare le misure nazionali necessarie. La Direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.