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Mario, molte congratulazioni ancora per essere diventato il Legal Talent of the Year 2020. Cominciamo chiedendoti se ti sei goduto l’esperienza, anche al di là della vittoria finale, e se la consiglieresti per l’anno prossimo ad altri giovani neolaureati in Giurisprudenza.
Grazie e assolutamente, la consiglierei molto. L’Academy si è un esempio di buona competizione, un modo per crescere sia professionalmente che personalmente. E un modo per conoscere: nuovi amici-colleghi -ossia gli altri finalisti- e anche professionisti di grande esperienza. Ho già detto in passato che partecipare al legal talent è l’opportunità per misurarsi con grandi realtà che altrimenti sarebbe impossibile raggiungere così presto. Un’occasione preziosa.
Avvocato De Angelis, che ne pensa? Da spettatore, ha avuto le stesse impressioni?
Devo dire di sì. Raccolgo subito il punto di Mario sul confronto tra i professionisti: ancora più che in passato, è un’occasione per cogliere dei motivi di crescita professionale. Il talent in questo rappresenta un’esperienza straordinaria, sia nel senso che è ottima sia nel senso che è un’opportunità rara. A noi di AIGA il progetto è piaciuto da subito perché trasmette una visione della professione che è analoga a quella dell’Associazione. Oltre a Mario, abbiamo visto anche gli altri finalisti tirare fuori il meglio di se stessi, e aiutarsi vicendevolmente a farlo.
Tornando a te, Mario: scherzando si potrebbe dire che sei una delle non molte persone a poter ricordare con piacere il 2020. Ma quali sono i tuoi propositi per il 2021? Pensi che questa esperienza e questo titolo possano aiutarti a realizzarli?
Nel 2021 voglio continuare a crescere, in primis professionalmente. Mi trovo bene nella realtà dove lavoro ora, ma sono sempre pronto a valutare altre possibilità, magari più in linea con i miei interessi. L’Academy ha messo in luce non solo pregi, ma anche difetti su cui è giusto lavorare. Mi ha “sbattuto in faccia” difficoltà con le lingue straniere che mi sento di dover colmare, anche con esperienze all’estero. Per fare tutto questo, sicuramente il titolo di Legal Talent of the Year può aiutare: che ci piaccia o no, spesso il nostro destino si decide con la valutazione per pochi secondi di un foglio di carta, il curriculum, e l’elemento Academy può aiutare a spiccare un po’ di più.
Noi crediamo che, in un certo modo, il Legal Talent of the Year diventi un po’ un rappresentante di tutta la categoria dei giovani praticanti e avvocati. Ti vedi in questo ruolo? C’è qualche impegno che ti senti di poter prendere per i tuoi colleghi?
Penso che ciascuno, durante tutta la propria carriera, sia sempre sia individuo sia un rappresentante della propria categoria. Detto questo, avendo vinto mi sono chiesto se magari ci sarà qualcuno che potrà vedermi come un modello. In questo caso, il mio impegno è stato e continuerà ad essere quello di dare il buon esempio, non tanto a livello di conoscenze tecniche -che ciascuno può sviluppare- ma dal punto di vista comportamentale. Spero che il mio percorso e le mie scelte di vita possano essere viste come positive e di ispirazione. Cerco di comportarmi con i colleghi come vorrei che i colleghi si comportassero con me. Se ho dimostrato che si può avere successo senza essere ultra-competitivi e avere “mors tua vita mea” come manta, è già un ottimo inizio.
Proprio in linea con questo ruolo di visione del Legal Talent of the Year, chiuderemmo chiedendoti quale sarebbe la tua agenda ideale per il mondo legal: qualche punto da migliorare in fretta.
A costo di essere banale, dico che il primo punto per distacco è accelerare i tempi dei processi. Siamo ancora troppo indietro col processo civile telematico, e il COVID lo ha dimostrato: non si può sentire di gradi di giudizio che durano dieci anni, o di rinvii di un anno o due. A volte si fa polemica sul ruolo dei giudici, altre su quello degli avvocati: bisogna metterle da parte e cercare di andare oltre, tenendo conto che mole regole sono state fatte quando le cause erano molte meno e non c’erano strumenti anche semplici come le PEC.
Secondo punto, l’esame da avvocato. Io l’ho passato al primo colpo, ma sappiamo tutti che non basta solo la bravura. Ci vuole anche fortuna, il che in un certo senso è già sbagliato. Trovo inaccettabile che debba passare un anno per la correzione e il risultato: si tratta di un limbo difficile da gestire, personalmente e professionalmente, contando che in tanti studi i praticanti non vengono supportati a dovere, non solo economicamente.
Infine, un punto meno tecnico: la qualità della colleganza tra avvocati, soprattutto di generazioni diverse. Le cause non devono essere liti tra professionisti, e gli avvocati più giovani non dovrebbero essere sempre messi sulla difensiva e dover colmare un grande gap di partenza per dimostrare di poter anche solo parlare con i più senior.
Avvocato De Angelis, ci sembra un’agenda piuttosto in linea con quella di AIGA. Vede sviluppi su processo civile telematico ed esame di avvocato per il 2021? C’è qualche altro tema che dal vostro punto di vista caratterizzerà l’anno?
Concordo sul fatto che la pandemia accelera la definitiva telematizzazione dei processi. Da notare che quello civile, cui fa riferimento Mario, è relativamente avanti nel processo: quello penale è rimasto ulteriormente indietro e deve recuperare terreno. AIGA sostiene che la telematizzazione dei processi dovrebbe fare parte di quei capitoli del comparto giustizia a cui destinare una parte del recovery fund: un altro capitolo, come ha sottolineato il nostro Segretario Francesco Perchinunno in un’intervista proprio con 4cLegal, è l’edilizia giudiziaria.
In ogni caso, prendiamo come segno benaugurale per il 2021 il fatto che sabato scorso è stato pubblicato il nuovo regolamento specializzazioni, che è una opportunità da cogliere molto attesa. L’avvocato moderno è specializzato, non generalista: anche nell’Academy i ragazzi giustamente hanno sottolineato i loro punti di forza, quelli che svilupperanno nel prosieguo delle loro carriere…o svilupperanno meno, come ci ha fatto sapere Mario nel caso di un’“antipatia” per il diritto amministrativo! Quella della specializzazione sarà la grande sfida della prossima generazione di avvocati, compresi i finalisti dell’Academy a cui faccio i miei auguri, e complimenti ancora a Mario per il titolo.