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Nel mondo il 70% delle società che cercano candidati da inserire al proprio interno lo fanno attraverso la rete e il 50% delle persone in cerca di nuovo impiego utilizzano lo stesso metodo. E’ indubbio che il digitale abbia pervaso ogni comparto della vita ed è altresì vero che la velocità con cui assistiamo al cambiamento repentino delle tecnologie abbia un ruolo sempre più centrale nella vita professionale e personale degli individui. E’ in questo contesto che si inserisce un nuovo modo di “fare recruitment” con l’ausilio della tecnologia, ossia l’utilizzo di software dedicati alla gestione delle risorse umane che in Italia, seguendo mercati più evoluti come gli Stati Uniti e il mondo anglosassone, sta prendendo sempre più piede. Parallelamente c’è da considerare che i social - nel quale si incontrano anche domanda e offerta di lavoro - vengono utilizzati da tre miliardi di persone nel mondo, in Italia sono oltre trenta milioni gli utenti social e negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescita esponenziale della preferenza dei video ai post. Secondo Cisco, infatti, nel 2020 l’82% del traffico internet sarà generato dai video digitali. Questo significa che il video è diventato lo strumento social più efficace.
Su questo scenario si innestano i Video recruitment: video di pochi minuti che i candidati stessi realizzano sulla base di requisiti forniti dal selezionatore, rispondendo a poche domande definite proprio dal potenziale datore di lavoro in base alle proprie esigenze. Questi rappresentano la chiave di svolta nel mondo della selezione del personale ma anche un nuovo modo per mettere al centro il candidato più meritevole che, facendo il video, ha l’opportunità di mostrare davvero la propria motivazione per essere selezionato, senza il rischio che il proprio CV non venga considerato. Fino ad oggi i selezionatori dovevano avere a che fare con migliaia di CV da gestire, ricevuti tramite la rete, di cui la maggior parte non rispondenti ai requisiti minimi richiesti. Solo per scremare i più idonei e arrivare al colloquio ci volevano ore e ore di lavoro, senza magari trovare il candidato ideale. Con i nuovi strumenti dei video è stato calcolato un risparmio di tempo del 72% per ogni candidato. A questo si aggiunge l’efficacia dello strumento, rispetto al solo CV, per analizzare fin da subito le cosiddette soft skills, ossia quelle caratteristiche legate da esempio alla gestione dell’ansia, all’empatia, alla sicurezza, che la descrizione scritta di un profilo professionale non può certamente dare e che, per un selezionare, rientrano tra le caratteristiche da analizzare prima di selezionare un candidato.