14 Aprile 2023

Felipe Massa e il mondiale di Formula 1 del 2008: perché è necessaria un’azione legale e su quali basi

DAVIDE BEATRICE

Immagine dell'articolo: <span>Felipe Massa e il mondiale di Formula 1 del 2008: perché è necessaria un’azione legale e su quali basi</span>

Abstract

Il seguente articolo nasce con lo scopo di esporre dal punto di vista giuridico-regolamentare per quale motivo, ai fini di salvaguardare la credibilità del motorsport, è necessario porre chiarezza su quanto accaduto durante il mondiale di Formula 1 del 2008 e su quali basi giuridiche può basarsi tale azione.

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Il mondiale 2008 e le nuove circostanze emerse

Il mondiale di F1 della stagione 2008 è da sempre considerato uno dei più avvincenti e controversi al netto di svariate ragioni: il suo epilogo all’ultimo Gran Premio, la vittoria dell’ inglese Lewis Hamilton per un solo punto sul brasiliano Felipe Massa, ma soprattutto per il verificarsi di uno dei più grandi scandali della storia dello sport, il Crashgate, che ha coinvolto la scuderia Renault e che ha inciso in modo sostanziale sui risultati finali di quell’annata.

Tale tema richiederebbe una trattazione ben più articolata e, per questo, si rimanda a tutti i documenti ufficiali a riguardo. Il punto focale da estrapolare da tutta quella vicenda è che la scoperta di tale atto antisportivo è avvenuta soltanto quando il mondiale era già stato assegnato non solo in pista ma anche dal punto di vista formale[1], e ciò aveva impedito di poter porre in essere qualsiasi azione da parte del pilota brasiliano, almeno fino ad ora.

Il discorso quindi era da considerarsi ormai chiuso ma, recentemente, Bernie Ecclestone, ai tempi a capo della FOM, ha dichiarato alla una testata giornalistica tedesca F1Insider che sia lui sia il presidente della FIA erano a conoscenza di quanto accaduto e avevano deciso di insabbiare tutto “in nome della credibilità del motorsport” .

Abbiamo deciso di non fare nulla, volevamo proteggere lo sport da un enorme scandalo. Ho convinto Nelson Piquet senior, un mio ex-pilota in passato, a tacere per il momento. All’epoca vigeva la regola che la classifica di un campionato del mondo era intoccabile dopo la cerimonia di premiazione della FIA alla fine dell’anno, Hamilton ricevette la coppa ed andò tutto bene. All’epoca avevamo informazioni sufficienti per indagare sulla questione. Secondo lo statuto, avremmo dovuto cancellare la gara di Singapore, che non sarebbe stata valida per la classifica del campionato. Felipe Massa sarebbe diventato campione del mondo, non Lewis Hamilton. Oggi mi dispiace ancora per Massa, è stato defraudato del titolo che meritava, mentre Hamilton ha avuto tutta la fortuna del mondo e ha vinto il suo primo campionato. Oggi avrei fatto le cose in modo diverso”[2].

Ormai tali dichiarazioni sono divenute un fatto che si può definire notorio, alla luce delle varie fonti che lo riportano e della mancanza di alcuna smentita da parte di Ecclestone.

 

Perché è necessaria un’azione legale

A 15 anni di distanza emerge una circostanza del tutto nuova ed imponderabile, che pone questo avvenimento come un unicum nel mondo del motorsport e come tale non può essere trattato o equiparato a nessun altro caso.

Ci si trova al cospetto di una delle più grandi alterazioni di un risultato sportivo mai esistite e che, dall’essere nata come malsana idea di un competitor è divenuta, come in un inarrestabile domino, parte di una più ampia condotta omissiva ed illecita che ha coinvolto i più alti vertici della Federazione[3] e che viola l’essenza delle principali fonti normative della Federazione stessa.

 

Come agire e su quali basi

Punto focale del presente articolo è quello di esporre come e per quali ragioni Felipe Massa dovrebbe agire legalmente al fine di porre finalmente chiarezza su una delle pagine, alla luce di quanto emerso, più oscure del motorsport.

È bene, dunque, partire dalla base giuridica per cui tale azione è possibile e verso quale organo rivolgerla.

La competenza giurisdizionale è affidata nel caso di specie alle 2 Corti internazionali della FIA: l’International Tribunal[4] e l’International Court of Appeal. Se, ovviamente, tale ricorso non dovesse essere accolto, potrebbe farsi strada l’idea del TAS, il quale però non dispone della potestà normativa necessaria per imporre una modifica ai risultati sportivi in questione. Per questo è bene soffermarsi sulla prima ipotesi e su come proporre tale domanda visto che ne esistono tutti i presupposti procedimentali.

La questione fondamentale, a tal riguardo, concerne i limiti temporali previsti dalle fonti FIA e brevemente menzionati in precedenza. A tale riguardo esiste però una clausola di salvaguardia che permette, a determinate condizioni, di proporre un’azione in caso di “sopravvenienze” e che ben si distingue dal right of review previsto da diverse fonti come l’art. 179 lett. b del International Sporting Code[5] del 2008 o l’art. 8.3.1 del Codice Etico. Gli art. a cui si fa riferimento sono il 12.1.2 lett. c dell’ ISC 2023 e il 5.3.2 delle FIA Judicial e Disciplinary Rules, il quale recita testualmente: “However, where the infringement has been concealed from the prosecuting body, time will run from the day on which the facts of the infringement became known to the prosecuting body”. Ciò significa che il Tribunale Internazionale, in caso una violazione sia celata, fa decorrere i termini per esperire un’azione dal momento in cui tale violazione diviene nota e ciò renderebbe più che plausibile un’azione legale del brasiliano.

Le violazioni andrebbero addebitate proprio verso Max Mosley (in funzione del ruolo coperto ai tempi) e Bernie Ecclestone, i quali hanno violato innanzitutto i principi dello Statuto FIA all’art. 2.3, che prevede negli scopi della federazione “l’equo svolgimento delle competizioni”; successivamente è stato infranto l’art. 2.2 del Codice Etico FIA, concernente il conflitto di interessi e poi successivamente sia l’ISC 2008 all’art. 151 lett. c, il quale prevedeva che fosse punita “Any fraudulent conduct or any act prejudicial to the interests of any competition or to the interests of motor sport generally”,che la nuova versione dell’ISC agli articoli 12.2.1 lett. c, 12.2.1 lett. d, 12.2.1 lett. f, ma soprattutto l’art. 12.2.1 lett. l: proprio quest’ultimo, tra gli altri, prevede che sia sanzionabile ogni condotta che violi “the principles of fairness in Competition, behaviour in an unsportsmanlike manner or attempt to influence the result of a Competition in a way that is contrary to sporting ethics”.

Passando poi ai motivi di tale azione legale, è bene ricordare che la ragione principale per il quale essa avviene è ristabilire la correttezza e la credibilità nell’ambito del motorsport sanzionando un comportamento illecito di cui il pilota brasiliano ha subito poi le conseguenze e non viceversa. Bisogna quindi prima constatare la colpevolezza (che al netto delle dichiarazioni di Bernie Ecclestone appare lapalissiana) e poi conseguentemente chiedere che venga esclusa tale gara dal conteggio e che quindi il titolo venga riassegnato.

 

Conclusioni

Alla luce di quanto esposto deve considerarsi più che legittima un’azione legale da parte del pilota brasiliano, la quale merita di essere esperita non solo perché avente tutti i presupposti procedurali, ma anche in ragione del fatto che, nel merito, si pone quale unico strumento capace di garantire credibilità alle istituzioni e all’intero mondo del motorsport, nonché in grado di riparare ad un’ingiustizia sportiva che, se non corretta, rappresenterebbe una delle più grandi macchie nella storia dell’automobilismo sportivo.

 

[1] L’ultimo momento in cui è possibile, ai sensi delle fonti FIA, proporre appello sulle decisioni prese nel corso di una stagione è rappresentato dalla cerimonia di premiazione, la quale cristallizza i risultati sportivi.
[2] Virgolettato ricavato da quanto riportato da numerose testate, nel caso di specie si fa riferimento ad Eurosport.
[3] Ecclestone ha dichiarato che anche Max Mosley, presidente della FIA in quell’annata, fosse a conoscenza di quanto accaduto.
[4] Ai sensi delle FIA Judicial and Disciplinary Rules e al suo art. 5 l’international Tribunal avrebbe competenza in materia trattandosi sia di soggetti (membri FIA), sia di materie (Rispetto delle fonti normative FIA) affidate al suo riparto di competenza.
[5] D’ora in avanti ISC.

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