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Correva l’anno 1609, per la precisione il 21 agosto e lo scienziato Galileo Galilei presenta al mondo una vera e propria rivoluzione: il telescopio. A voi oggi sembrerà cosa da poco, perché sapete cos’è il telescopio e la sua funzione, ma se provate ad entrare nei panni di un uomo dell’epoca le cose cambiano. Siamo in pieno periodo dell’assolutismo monarchico, dopo secoli bui del medio evo e la recente ripresa del ‘500 con le prime grandi scoperte scientifiche: nel 1573 Copernico fa la sua scoperta sugli astri celesti e Galileo rimase colpito da questa scoperta, continuando su questa strada. Galileo insegnò per ben 18 anni presso l’Ateneo di Padova, che ancora conserva la cattedra dello scienziato. Per chi non lo avesse fatto, merita una visita e qualche minuto di silenzio per sentire in quel luogo magico ancora l’energia della scoperta, dell’innovazione e, vi garantisco, vi sembrerà di vedere quell’uomo barbuto salire le assi di legno della sua cattedra (che nulla ha a che vedere con la cattedra che intendiamo noi, è più un palco) e trasmettere la sua visione del mondo alle giovani generazioni.
Ebbene 410 anni dopo questa Università ha mantenuto evidentemente ancora vivo lo spirito di Galileo, ospitando il primo Legal Day italiano, dedicato al futuro della professione legale, di cui l’Università di Padova è una delle culle.
Ogni innovazione allunga l’orizzonte e parlare di futuro crea la sensazione di partecipare nel proprio piccolo ad un atto di creazione, di invenzione di qualcosa che man mano si svela, come un panorama alle luci dell’alba.
Ed è proprio di un’alba che si è parlato in questa giornata caldissima di fine giugno, l’alba di un nuovo mercato legale. Come sta impattando la tecnologia sulla professione forense e come la comunicazione e il marketing stanno prendendo il posto del buon vecchio passaparola; come oggi i legali d’impresa scelgono i propri consulenti e cosa il web può fare per dare trasparenza e meritocrazia ad un mercato in così forte evoluzione.
Professori universitari, esperti del diritto, legali d’impresa, esperti di comunicazione, molte sono state le voci di questo Legal Day, da tutti considerato un’esperienza ricca di contenuto, di idee innovative e punto d’inizio di questo nuovo percorso della professione.
Dal canto mio ho potuto parlare di innovazione tecnologica e di come dal 2020 la seconda rivoluzione digitale darà una nuova scossa al settore, cambiandone nuovamente gli assetti. L’Intelligenza Artificiale è già una realtà anche nel mondo del diritto, ma il meglio deve ancora arrivare. L’uomo deve temere questa innovazione? Per nulla. Macchine e avvocati lavoreranno insieme, i primi per svolgere un lavoro fatto di dati, numeri, modelli e ricerche; i secondi per l’intuito e la relazione umana, che resta un caposaldo di ogni relazione anche professionale e di business.
Cosa fare per il futuro? Sicuramente accettare che il cambiamento sarà la costante e che come accaduto per altri settori, anche quello legale deve aggiornare le proprie carte al nuovo gioco. In concreto vorrà dire abbracciare la professione con una mentalità più aperta all’innovazione, senza la difesa di posizioni acquisite; vorrà dire organizzare in modo nuovo la professione, a cominciare dalla scelta dei collaboratori, molto più mirata, alla gestione del tempo e delle attività con ottica più manageriale; vorrà dire per alcuni lavorare in rete, per altri costruire realtà multidisciplinari. L’avvocato, individualista e libero battitore ha i giorni contati. Al suo posto si affermerà la figura dell’avvocato che lavora in team, specializzato, organizzato e capace di interagire con i manager alla pari grazie alla cultura manageriale che avrà acquisito.
Per tutti vorrà dire inventarsi un futuro tutto da scrivere, per contribuire a disegnare quella professione che a molti tra qualche decennio apparirà normale, come oggi normale è per noi il telescopio.