07 Aprile 2023

Il GP di Formula 1 d'Australia 2023: fin dove si spingono le norme?

DAVIDE BEATRICE

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Abstract

Questo articolo si pone l’obbiettivo di analizzare i fatti più controversi accaduti durante l’ultimo Gran Premio d’Australia e darne una spiegazione, oltre che fornire una critica costruttiva con lo scopo di evitare il riproporsi di determinati avvenimenti.

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Il GP d’Australia 2023: cos’è accaduto?

Il Gran Premio di F1 d’Australia ha quasi sempre regalato momenti impressi nella storia del motorsport e quest’anno non ha fatto eccezione. Le modifiche apportate al circuito e gli eventi accaduti segneranno inevitabilmente il prossimo futuro della massima categoria del motorsport.

Considerando la miriade di avvenimenti, è bene soffermarsi solo sui punti focali che hanno rappresentato le maggiori criticità dal punto di vista regolamentare e non solo.

Gli eventi che meritano di essere indagati con maggiore attenzione sono:

- L’incidente avvenuto al Giro 7 che ha coinvolto il pilota Alex Albon di Williams causando bandiera rossa e il successivo regime di Safety Car in fase di ripartenza;

- L’incidente del pilota Kevin Magnussen di Haas e la relativa partenza dopo l’esposizione della bandiera rossa.

- Il contatto tra Carlos Sainz e Fernando Alonso e la terza bandiera rossa.

- L’ultima ripartenza e la relativa “parata”.

 

L’analisi di quanto accaduto

Il primo episodio si è verificato quando Alex Albon, pilota Williams, uscendo da curva 6 ha perso il controllo della vettura, schiantandosi in curva 7 e restando ai margini della pista in una nube di sabbia. L’episodio ha portato la direzione di gara ad esporre la bandiera rossa, (la quale sospende la competizione) al fine di ristabilire le condizioni di sicurezza sul circuito e riprendere la gara. Tale scelta, delegata regolarmente al direttore di gara, non può che essere considerata sia in linea con le norme che saggia, in un’ottica di sicurezza.

Di sicurezza però non si può parlare per quanto concerne la ripartenza al termine del regime di bandiera rossa. Nel giro che ha preceduto la formazione in griglia stava per verificarsi quanto accaduto nel Gp del Mugello 2020 cioè un’enorme carambola causata da piloti troppo lenti sotto Safety Car. Questa volta, per fortuna, si è evitato il disastro.

Il fatto è stato però analizzato nel Documento n.47 emesso dagli Steward. In esso si afferma che, nonostante la situazione causata dal pilota Lewis Hamilton, il quale “era autorizzato dal regolamento a tenere tale condotta”, sarebbe opportuno modificare il regolamento nella parte in cui esso permette al pilota in testa di dettare il passo anche in caso di ripartenza da fermo, così come nelle ripartenze dietro Safety Car[1]. Tale riflessione non può che essere condivisibile.

Passando alla successiva bandiera rossa causata dall’incidente avvenuto al pilota danese Magnussen nel giro 56( due tornate al fine della gara), va evidenziato come la scelta di procedere con tale provvedimento si pone in linea con l’obiettivo principale che la FIA si è imposta negli ultimi anni, vale a dire la sicurezza dei piloti. Va rammentato che il circuito era cosparso di detriti in curva 2 e quindi la scelta più conservativa non poteva che essere quella di sospendere la gara. Viene poi deciso di ripartire in griglia, questa decisione, a parere di chi scrive, viene dettata invece dalla priorità dell’altro volto della Formula 1: Liberty Media, la quale ha posto al centro della sua strategia per la Formula 1 la parola “spettacolo”. Nel caso di specie la scelta, in linea con il regolamento, doveva portare entertainment, e lo ha fatto.

La successiva ripartenza ha portato al caos più totale, tra piloti nella ghiaia, contatti e ritiri. Tra questi spicca la collisione tra Carlos Sainz e Fernando Alonso. Il pilota Ferrari ha infatti commesso un errore in frenata, finendo così per speronare Alonso. Questo episodio, insieme a svariati altri, ha portato ad un’ennesima bandiera rossa.

Di questa collisione si è parlato molto, ma è bene distaccarsi dalle parole e dalle partigianerie ed affidarsi ai regolamenti.

Il contatto in questione è stato sanzionato attraverso il Documento n. 46, nel quale è stata comminata la violazione dell’art.2, lett. d, capitolo IV dell’ Appendice L delle International Sporting Code[2].

In molti hanno considerato come, la successiva bandiera rossa, la quale, per regolamento, riporta l’ordine di partenza all’ultimo giro concluso prima della bandiera, dovesse rendere ininfluente tale incidente, visto che il pilota che lo aveva subito, si ritrovava nella stessa posizione di partenza. Questa considerazione però porterebbe ad un regime di impunità non tollerabile. Il fatto che fortuitamente, il contatto non abbia causato conseguenze, e che successivamente ci sia stata una bandiera rossa, non può cancellare la condotta del pilota n. 55, la quale deve essere necessariamente sanzionata. Rappresenta solo una conseguenza il fatto che poi ci sia stata una bandiera rossa, la quale segue le sue norme e succede causalmente al contatto incriminato.

Va analizzata, in limine, la scelta di effettuare un’ennesima ripartenza, nel giro finale. Per regolamento il direttore di gara ha il potere di decidere se e quando ripartire. Va detto però che esso prevede inoltre che, superata una determinata distanza di gara, il punteggio venga assegnato in maniera completa anche in caso di non ripartenza. Nel caso di specie, visto che si era nell’ultimo giro e visto che era impossibile (stante le limitazioni tecnico-regolamentari) prolungare la gara, sarebbe stato opportuno far finire lì il Gran Premio ed evitare una parata che, in quel contesto, sapeva davvero poco di motorsport.

 

Conclusioni

Stante i vulnus presenti nel regolamento, su cui gli Steward stessi hanno espresso le loro perplessità, va evidenziato come l’unica decisione davvero questionabile sia stata rappresentata dall’ultima ripartenza, la quale non aveva davvero alcuna valida ragione per essere effettuata.

Concludendo, bisogna rammentare che l’esistenza di due organismi (uno regolamentare: La FIA; ed uno economico: Liberty Media) ha proprio lo scopo di evitare eccessive ingerenze del fattore economico in quello sportivo e di garantire il bene dello sport. Bisognerebbe dunque rinvigorire tale scissione al fine di tutelare la Formula 1 ed evitare che lo spettacolo diventi l’unico leitmotiv di uno sport che può e deve garantire anche molto altro.

 

[1] Document n.47, pp. 2-3, F1 Australian Grand Prix 2023, FIA, 2023.
[2] Art. 2, lett. d, capitolo IV, Appendice L, FIA International Sporting Code: “Causing a collision, repetition of serious mistakes or the appearance of a lack of control over the car (such as leaving the track) will be reported to the Stewards and may entail the imposition of penalties up to and including the disqualification of any driver concerned.”

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