14 Giugno 2019

Legal Day | Intervista a Luca Arnaboldi

ANTONIETTA D'AGNESSA

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Abstract

Managing Partner del brand legale più antico d’Italia, trascorsi newyorkesi, indiscutibile carisma. Stiamo parlando dell’avv. Luca Arnaboldi, che guida Carnelutti Law Firm, lo Studio nel quale ha mosso i primi passi, ormai più di qualche anno fa, da praticante. Lo abbiamo intervistato in occasione del Legal Day di Padova che si terrà giovedì 27 giugno, dove sarà relatore nella prima tavola rotonda.

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 Avv. Arnaboldi, “il pensiero laterale può fare la differenza per l’avvocato”. Riprendendo una Sua frase pronunciata durante la 4cLegal Academy I, cosa significa oggi saper uscire dagli schemi canonici nella professione legale?

Stante l’estrema competitività del mercato dei servizi legali contemporaneo, anche un’ottima preparazione di base potrebbe essere condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre pertanto rinforzare la propria personalità e knowledge generale con nozioni di economia e finanza, ma soprattutto saper aggiungere valore con altre features. Ad esempio la specializzazione in una determinata industry o anche il saper proporre soluzioni negoziali mai ovvie o banali.

Siamo convinti che serva una “collaborazione” tra generazioni, anche nel mondo dei giuristi. I giovani hanno bisogno di maestri illuminati anche dopo l’Università… di buoni consigli da parte di chi ha ottenuto risultati importanti nel proprio percorso di carriera. Quali “dritte” darebbe a un neolaureato?

Crearsi un proprio “fan club” di persone senior tra le più valide che si è avuto la fortuna di incontrare in Università, negli stages o nella professione. Persone disponibili ad ascoltare, elargire consigli, suggerire opportunità. Avendo l’abilità di renderle partecipi e responsabilizzate nello sviluppo e nei progressi della propria carriera.

La professione dell’avvocato è messa oggi a dura prova, anche gli iscritti alla facoltà di Giurisprudenza sono in calo. A suo avviso, questo corso di laurea potrebbe essere strutturato meglio?

Insegno da quasi 15 anni a livello universitario e la curva delle iscrizioni è una sinusoide sempre altalenante. E poi ci sono le mode. Un tempo era Economia la regina delle facoltà umanistico-scientifiche, oggi va fortissimo Ingegneria gestionale. Giurisprudenza esisterà sempre. I giuristi sono portatori sani di legalità. Finché esisterà un briciolo di civiltà, esisteranno i legali. Cinque anni (a cui va aggiunto il periodo di praticantato) sono più che sufficienti a preparare gli avvocati del futuro. Ogni facoltà può essere migliorata, ma la cosa principale rimane preservare il giusto mix tra teoria e pratica.

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