10 Ottobre 2020

Dalla nascita di un Gran Premio allo strano caso del calendario 2020: un’opportunità tricolore

DAVIDE BEATRICE

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Abstract

Dopo aver affrontato, per sommi capi, gli intricati e complessi meccanismi alla base dell’organizzazione di un Gran Premio di Formula Uno si cerca di far chiarezza e trarre alcune conclusioni sul Calendario 2020, il quale prevede ben tre gare in Italia.

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La genesi di un GP

I Gran Premi validi per il Campionato Mondiale di Formula Uno rappresentano una rarissima peculiarità nel panorama degli accordi di natura Internazionale. Per riuscire ad apprezzare tali caratteristiche, bisogna comprendere a pieno cosa si intende per Gran Premio e come esso viene a sostanziarsi nell’atto pratico. Essi sono corse automobilistiche di velocità, svolte su circuiti sparsi in tutto il mondo, per vetture di Formula Uno e validi per il Campionato mondiale di Formula Uno[1]. Sin dalla loro origine[2], hanno sempre rappresentato un fenomeno capace di creare forti sinergie tra Stati, Privati ed Organizzazioni, nonché una forte aggregazione sociale. Gli accordi per organizzarli richiedono una forte cooperazione da parte di un’ingente e diversificata tipologia di Organismi.

In Primis, un ruolo rilevante e prodromico è svolto dagli Stati. Ad essi spetta il compito di autorizzare (per quanto riguarda il profilo interno), predisporre e finanziare tali eventi. In secondo luogo vengono in rilievo le società che gestiscono, possiedono, o hanno in concessione i diritti per lo sfruttamento dei circuiti, le quali ricevono, nella maggior parte dei casi proprio dagli Stati, attraverso varie forme, l’autorizzazione a procedere nelle trattative. Viene poi in essere la formazione di un Comitato Organizzatore da parte dell’Automobile Club Nazionale su designazione della FIA, a cui spetta, secondo l’art.11 del regolamento sportivo della Formula Uno, il compito di organizzare materialmente l’evento[3].

Successivamente la FIA, sia direttamente, sia attraverso il suo Automobile Club, provvede a verificare l’esistenza di diverse condizioni affinché tale evento possa disputarsi. Quest’ultime spaziano da fattori empiricamente verificabili, quali il grado di sicurezza di un circuito, fino al raggiungere considerazioni inerenti parametri di difficile concretizzazione, come ad esempio le previsioni riguardanti i possibili introiti.

Se tali parametri vengono reputati all’altezza degli standard previsti si procede allo step successivo. In tale fase, dunque, entra in gioco la parte che gestisce gli accordi commerciali per la Formula Uno, cioè la FOM, il cui ruolo è di fondamentale rilevanza al fine dell’esito positivo di tale accordo. Nella fase finale di questo procedimento si innesta la decisione del World Motor Sport Council, a cui spetta l‘approvazione del calendario sportivo anno per anno.

 

Lo strano caso del calendario 2020: un’opportunità tricolore

Il 2020, a causa dell’emergenza sanitaria, ha comportato un forte stravolgimento del calendario previsto per la stagione attuale. Molti dei GP che si sarebbero dovuti svolgere in aree a rischio sono stati cancellati e con essi sono venuti meno gli accordi sottostanti. Ciò ha comportato una riorganizzazione, molto meno formalizzata, affinché si riuscisse a ricreare un nuovo calendario nel minor tempo possibile e con la massima flessibilità, così da poter eliminare ed aggiungere nuovi eventi in corso d’opera anche in funzione dell’evoluzione della pandemia. Tale situazione emergenziale si è rivelata una forte opportunità per l’Italia, paese da sempre centro del Motorsport a livello globale.

Va ricordato che in condizioni normali ad ogni nazione spetta un Gran Premio e non si effettuano eccezioni se non per rari casi[4]. Ciò è venuto meno quest’anno con diversi GP che si sono svolti per ben due volte nello stesso circuito. Ancor più peculiare è però la situazione legata all’Italia, alla quale spettano ben tre eventi quest’anno. Oltre al classico appuntamento di Monza denominato “Gran Premio d’Italia”, si sono aggiunti il “Gran Premio della Toscana Ferrari 1000”, svoltosi al Mugello, ed infine il “Gran Premio dell'Emilia-Romagna”, che si svolgerà ad Imola.

In un contesto normale un risultato simile sarebbe stato impossibile da raggiungere per diverse ragioni:

-In primis per un fattore economico che impedisce allo Stato Italiano di poter erogare un numero di fondi capaci a coprire l’organizzazione di ben 3 GP[5].

-In secundis a causa della forte competitività presente tra i diversi Stati considerando il numero ristretto di eventi validi per il campionato mondiale di Formula Uno a disposizione.

In conclusione, questo scenario, per quanto rappresentativo di un riconoscimento del ruolo determinante dell’Italia nell’ambito del motorsport, è anche diretta conseguenza della migliore gestione della pandemia da parte del nostro Paese rispetto ai vari “competitors”. Ciò però, visti anche i riscontri positivi tra gli addetti ai lavori, potrebbe aprire verso un nuovo modo di concepire le già complesse trattative di natura internazionale sottostanti all’organizzazione dei Gran Premi, nonché permettere all’Italia di ritagliarsi un ruolo ancor più di spicco nel panorama dell’automobilismo sportivo.

 

[1] C. Ferretti e A. Frasca, Enciclopedia dello sport, p.1670, Garzanti, Milano, 2008.

[2] Viene considerato come primo Gran Premio, anche se molto differente dall’idea attuale, quello svoltosi nel 1894 che vedeva la sua partenza da Parigi e il suo arrivo a Rouen.

[3] Art. 11 «An organiser is a body nominated by the ASN and appointed by the FIA. Upon deciding to grant an application to hold an Event, the FIA will invite the relevant ASN to organise it or to nominate an organiser. If the ASN is not in a position to do so, the FIA may itself appoint an organiser. The organiser must be a club or body acceptable to the FIA and must enter into an organisation agreement with the FIA when it applies to organise the Event», F1 Sporting Regulations, 2018.

[4] Un esempio a tal riguardo è ravvisabile nella presenza dal 2008 al 2012 nel calendario di due Gran Premi svolti in spagna, uno a Barcellona e denominato “Gran Premio de España”, mentre il secondo a Valencia ma sotto il nome di “Grand Prix of Europe”, così da non venir meno (almeno dal punto di vista formale) alla consuetudine di non organizzare più di un GP nella stessa nazione.

[5] Basti pensare che per l’organizzazione del consueto GP di Monza dal 2017 al 2019 lo stato ha dovuto finanziare ben 20 milioni di dollari per ognuno dei primi due anni e 24 per l’ultimo.

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