***
2026: l'anno delle novità tecniche
Nel 2026, la Formula 1 introdurrà una nuova generazione di motori a combustione ibrida, alimentati con un carburante completamente sostenibile. La componente elettrica dei motori assumerà un ruolo sempre più centrale, con l’obiettivo di produrre il 50% dell’energia direttamente dalla parte ibrida e rigenerativa. Questo cambiamento sostituisce i motori attuali con un’architettura più sostenibile (anche dal punto di vista finanziario), riducendo al contempo l’impatto ambientale e migliorando l’efficienza energetica delle monoposto. Il carburante sostenibile, già in fase di sviluppo avanzato, non si limiterà a ridurre le emissioni durante le gare, ma intende influenzare positivamente anche tutto il settore dell’automotive, il quale ha sempre tratto enormi benefici dalla R&D svolta in F1, ottenendo così un carburante compatibile con le vetture già esistenti. Questa mossa, sebbene apprezzabile per il suo impatto potenziale su larga scala, non va però a risolvere, o quantomeno mitigare, alcune questioni legate alla sostenibilità complessiva della logistica globale, che resta uno degli aspetti meno “eco-friendly” del campionato.
La gestione della logistica e del calendario: tra necessità e sostenibilità
Sebbene la Formula 1 abbia cercato di migliorare la logistica ottimizzando le rotte e riducendo i trasporti superflui, il calendario resta condizionato da esigenze economiche che spesso entrano in conflitto con gli standard Net Zero. Gare in località remote o in Paesi con normative ambientali meno rigide richiedono trasferimenti complessi, con un alto impatto in termini di emissioni. Gli organizzatori e la FIA hanno implementato soluzioni, come l’uso di biocarburanti per i mezzi di trasporto su terra, ma il problema resta evidente: il calendario viene ancora pianificato in funzione di mercati strategici, a discapito della riduzione delle emissioni. Uno dei punti deboli è che la programmazione delle gare in regioni geograficamente vicine non è sempre possibile, poiché priorità commerciali e pressioni di mercato limitano l’adozione di un calendario più ecologico. A partire dal 2026, ci si aspetta che la FIA introduca ulteriori incentivi e norme per promuovere un’organizzazione più sostenibile, ma resta da vedere come questa convergenza tra sostenibilità ed esigenze economiche verrà realizzata in modo pratico.
Il ruolo degli stakeholder e le prospettive future
Il raggiungimento del Net Zero non può prescindere dal coinvolgimento di tutti gli stakeholder: team, sponsor e circuiti sono parte integrante della strategia sostenibile della F1. L’accreditamento ambientale FIA, ad esempio, incoraggia i circuiti a migliorare l’efficienza energetica e a implementare pratiche più sostenibili, ma quanto menzionato in precedenza, in merito a gare svolte in paesi con standard ambientali inferiori, solleva domande sull’effettiva consistenza dell’impegno della F1 verso la sostenibilità. Il coinvolgimento delle squadre nella transizione è altrettanto cruciale: queste devono infatti bilanciare l’investimento in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente e meno impattante ogni aspetto della catena produttiva e di ricavo a loro connesso. Nel prossimo futuro, la Formula 1 potrebbe considerare di adottare parametri più stringenti per selezionare le località delle gare, favorendo le sedi che dimostrino un impegno concreto per la sostenibilità. Anche se è improbabile che questi parametri diventino esclusivi per ragioni di natura finanziaria, nonostante ciò un’introduzione graduale di tali criteri potrebbe incentivare una maggiore coerenza con gli standard Net Zero.
Conclusioni: una sfida per il futuro
Le modifiche introdotte dal 2026 rappresentano un ulteriore balzo in avanti verso la sostenibilità, ma restano alcune questioni aperte che solo una forte volontà politica e regolamentare possono risolvere. L’obiettivo Net Zero è ambizioso e complesso, ma con un impegno coerente e costante da parte di tutti i player coinvolti, la Formula 1 ha il potenziale per diventare un modello di innovazione e sostenibilità. Sarà la capacità della F1 di allineare le proprie ambizioni ecologiche con le esigenze economiche a decidere il successo o il fallimento di questa transizione, che, in ogni caso, rappresenta un passo essenziale per il Circus e per il futuro dell’intero motorsport.