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Le origini
Dalla sua nascita nel 1904, sotto il nome di “Association Internationale des Automobile Clubs Reconnus” (AIACR), la FIA ha subito diverse metamorfosi che hanno condotto tale ente a differire in maniera significativa dalla maggior parte delle federazioni sportive di carattere interazionale. Punti cardine di questa prima fase si possono individuare in quattro momenti principalmente:
- Nel 1922, con la nascita della “Commission sportive internationale” (CSI), un organismo ad hoc che si occupò unicamente della regolamentazione e gestione delle gare automobilistiche. Esso ebbe un ruolo di crescente importanza fino alla seconda guerra mondiale, che rese impossibile qualsiasi tipo di competizione di carattere sportivo.
- Nel 1947, quando, a seguito di una riorganizzazione, ci fu un cambiamento nella nomenclatura che da AIACR divenne quella attuale, cioè FIA. Successivamente, sempre nello stesso anno, ci fu la nascita della Formula A[1], categoria di corse nata con lo scopo di riunire i più grandi costruttori automobilistici in gare di carattere internazionale, ai cui albori però era soltanto una serie di eventi autonomi e indipendenti.
- Nel 1950, anno in cui la FIA organizzò il primo Campionato mondiale per Conduttori, come venivano chiamati allora i piloti, nel quale, per la prima volta, tutti i risultati ottenuti concorrevano per stabilire la vittoria dell’intera competizione. Il regolamento che scaturì da tale ambizioso progetto prese il nome di Formula Uno. Va tenuto a mente che l’evoluzione di questa federazione è strettamente legata al mondo della Formula Uno, essendo tale categoria la più rappresentativa, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello economico.
- Infine, anno davvero significativo fu il 1968, nel quale avvenne la liberalizzazione delle sponsorizzazioni, consentite dalla FIA dopo il ritiro dei supporti alle scuderie di carattere nazionale. Questa prevaricazione del fattore economico su quello sportivo raggiunse il suo apice con l’avvento dei diritti televisivi, forieri di ingenti entrate economiche.
Le grandi crisi e il “patto della concordia”
Proprio in quegli anni ci fu uno dei momenti di maggior tensione nella storia della FIA, legato al CSI e alla neonata Formula One Constructors' Association (FOCA), un’associazione di costruttori scaturita dall’idea di Bernie Ecclestone[2] di riunire tutte le scuderie inglesi in un'unica organizzazione, con lo scopo di difendere le loro ragioni contro quelle delle case più prestigiose e con più potere politico. La CSI in quel periodo storico si trovava ad affrontare una situazione interna abbastanza instabile, dovuta al sempre maggior aumento degli introiti e alle forti tensioni politiche legate alle stesure dei regolamenti in anni in cui le evoluzioni meccaniche portavano a grandi cambiamenti e, di conseguenza, a grandi vantaggi in termini di prestazioni.
Quegli anni sono anche indissolubilmente legati all’ascesa di uno dei presidenti più influenti nella storia della FIA, Jean-Marie Balestre, uomo dotato di un cinico ma efficace pragmatismo, nonché di una eminente capacità di mediazione politica[3]. Fu lui infatti che, dopo esser divenuto Presidente della Fédération Française de Sport Automobile nel 1973, riuscì, attraverso una rapida scalata, ad ottenere anche la carica di Presidente del CSI, grazie ad una sua proposta che aveva lo scopo il riportare in auge quest’organismo divenuto ormai obsoleto visto il forte ruolo svolto dalla FOCA. Quest’ultima era divenuta un Organismo tanto rilevante da trattare, non solo autonomamente tutti gli aspetti economici delle scuderie da essa rappresentate, ma anche da organizzare addirittura alcune gare e contrattare direttamente con i canali televisivi per la cessione dei diritti di trasmissione delle suddette. Il potere della FOCA giunse addirittura a minare la potestà regolamentare del CSI, che si trovò ad accettare le richieste tecniche “politicamente imposte” da tale organismo, nonostante dal punto di vista formale non avesse alcuna voce in capitolo.
Jean-Marie Balestre, con l’intento di ristabilire le gerarchie e rendere palese il suo progetto di recupero di potestà da parte del CSI, rinominò questo organismo come Fédération Internationale du Sport Automobile (FISA), prevedendo per esso una forte autonomia dalla FIA a cui restava legata solo per il suo sovvenzionamento. Gli anni successivi a questo cambiamento, dal 1978 al 1987, furono pesantemente segnati da una forte lotta di potere tra la FISA, Organo legittimato alla gestione del campionato di Formula Uno, e la FOCA, Organizzazione che aveva ormai in mano le redini commerciali dello sport.
L’esempio maggiormente significativo di questa forte acrimonia tra questi due organismi si verifica nel 1980, anno nel quale, di fronte all'impossibilità di trovare un compromesso, su aspetti inerenti il regolamento tecnico per la stagione successiva, la FOCA minacciò di organizzare un campionato parallelo di Formula 1, costituendo addirittura una propria federazione alla fine del 1980: la World Federation of Motor Sport. Tale provocazione prese addirittura vita nel 1981, quando la FOCA diede esecuzione alle paventate minacce, organizzando il Gran Premio del Sudafrica 1981 a Kyalami, corsa che la FISA non riconobbe valida per il campionato mondiale di Formula Uno.
Questo momento di forte crisi, che vedeva un’autorità internazionale perdere una ingente parte della sua podestà, considerando che, un’organizzazione di privati era riuscita a sostituirsi completamente ad un organo di una federazione sportiva, comportò un obbligatorio tentativo di composizione della crisi.
Questa ricomposizione si verificò con la prima stesura del cosiddetto Patto della Concordia[4], un accordo commerciale che regola la partecipazione e il trattamento economico delle scuderie partecipanti al Campionato mondiale di Formula Uno. I Termini del contratto erano, e lo sono anche attualmente, in massima parte riservati, anche se uno degli aspetti conosciuti riguardava l'obbligo per i firmatari di presenziare a tutte le gare, in modo da garantire uno spettacolo certo a chi comprasse i diritti televisivi dei Gran Premi.
In prospettiva futura, però, la decisione più importante si rivelò quella di cedere la vendita di questi diritti alla FOCA. In sintesi, con questo accordo, la FISA riuscì comunque a mantenere la potestà sui regolamenti tecnici e sportivi, d’altro canto gli introiti economici vennero suddivisi tra la FISA e le scuderie sulla base dei risultati sportivi ottenuti da ciascuna. Inoltre veniva lasciata alla FOCA la possibilità di sviluppare il business legato alle corse, in particolare gli fu affidata la gestione delle trattative con i canali televisivi. Quest'ultimo punto porterà Ecclestone a divenire man mano il patron della Formula Uno, attraverso una società appositamente creata dal nome Formula One Management e ad eclissare la figura di Balestre, nonostante quest’ultimo fosse nel frattempo diventato anche Presidente della FIA e si trovasse quindi a capo di ben tre federazioni motoristiche contemporaneamente[5].
Perché la FIA merita attenzione
Questi eventi segneranno e differenzieranno per sempre questa Federazione da gran parte delle analoghe controparti a capo di diversi sport. Si può evincere infatti il forte legame tra fattore sportivo ed economico, con il secondo ad avere una forte prevalenza nei rapporti di forza tra FIA e FOM che continuano ad essere scanditi temporalmente dai successivi Patti della Concordia ed accordi commerciali, come quello con cui nel 1995 la FIA concesse i diritti commerciali della Formula Uno alla FOM per un periodo di quindici anni o l’accordo che nel 2000 vide la FOM aggiudicarsi i diritti economici sulla Formula Uno, salvo un ingente conguaglio, fino al 2110. Questa prevaricazione pone la FIA in un’orbita separata da quella canonica che ruota intorno al Comitato Internazionale Olimpico e ciò gli ha permesso, nel corso degli anni, di sviluppare soluzioni davvero singolari, che potrebbero fornire spunti interessanti in svariati ambiti del diritto.
[1] L’utilizzo della parola Formula deriva dal fatto che nei primi regolamenti sportivi, molto scarni, era presente solo una limitazione che di solito veniva espressa con una formula matematica, da qui l’uso di tale termine.
[2] Ecclestone era stato un ex pilota e in quel momento storico era divenuto presidente di un team inglese di Formula Uno di nome Brabham.
[3] P. Michaud, Jean-Marie Balestre: Sortie De Route, L’Humanité, 1996. Consultabile su:https://www.humanite.fr/node/143528
[4] Il nome Patto Della Concordia deriva dal luogo nel quale questo accordo è stato firmato il 19 gennaio 1981, cioè Place de la Concorde a Parigi, luogo dove ha sede la FIA.
[5] Egli era infatti alla presidenza della Fédération Française de Sport Automobile(FFSA), della Fédération Internationale du Sport Automobile(FISA) ed infine della Fédération Internationale de l'Automobile(FIA).