02 Febbraio 2023

Come si realizza un talent: l'intervista all'autore della 4cLegal Academy

REDAZIONE

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Abstract

Le particolarità della realizzazione della 4cLegal Academy, dalla nascita, agli sviluppi più recenti, fino ai risvolti internazionali: la parola a Candido Francica, autore televisivo e ideatore, insieme ad Alessandro Renna, CEO e Founder di 4cLegal, del format.

 

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Lei ha esperienza in diversi talent televisivi, non ultimo The Voice. Come cambia il Suo lavoro quando si applica a un mercato come quello legale? Quali sono le sue peculiarità e, in particolare, quanto è stato complesso avvicinarvisi?

È stata un’operazione molto complessa, perché c'è una differenza fondamentale con il talent televisivo tradizionale, a cui lo spettatore è abituato. In un talent ciò che si valuta è la performance, intesa anche in termini di spettacolarità. Nella rappresentazione di questo momento ci sono dei criteri oggettivi, per cui è abbastanza semplice giudicare e distinguere tra una buona e una scarsa performance. Penso soprattutto ai talent in cui a esibirsi sono cantanti, ballerini, o anche stilisti: in questi casi, a un occhio esperto – o anche solo attento – non sfugge un lavoro svolto in maniera egregia. Quando invece sul “palco” ci sono degli avvocati – o aspiranti tali – c’è una difficoltà oggettiva: rendere intellegibile anche ai profani della materia una performance basata su temi giuridici con un grado di tecnicismo più o meno elevato.

La performance in questo caso si consuma in un tempo ben più ampio dei canonici 2 minuti dell’esibizione canora o danzata. Prevede un ragionamento, una scrittura, un confronto, e quindi un processo molto lungo. Parlare di performance poi non è neppure propriamente corretto. Come rendere quindi televisivo un meccanismo che per natura sembra non esserlo e continuare a farlo nel corso degli anni?

Con Alessandro, abbiamo cercato modi sempre nuovi per “spettacolizzare lo spettacolo”, senza però mancare di rispetto alla professione, condensando e conciliando le due facce della medaglia per rendere narrativamente intellegibile e visivamente interessante il programma.

 

La 4cLegal Academy è sbarcata anche all’estero. Come si preserva l'identità di un format Made in Italy nel suo adattamento a culture e usi locali, spesso molto diversi da quelli di origine?

Esiste uno strumento in televisione che in gergo tecnico chiamiamo “Bibbia”. Quando Nara [Aslanyan, International Project Manager 4cLegal, ndr] ha evidenziato il forte interesse da parte del mercato estero per il nostro format, ci siamo seduti a un tavolino per ragionare su quali fossero le regole da scrivere e da condividere con i produttori locali. Quando, ad esempio, è successo a me di adattare un format dall'estero, ho studiato centinaia e centinaia di pagine che raccontavano l'identità del format originale.

La Bibbia contiene le regole scritte da rispettate al fine di mantenere l'identità del format. Capita spesso, inoltre, che durante il lavoro di adattamento, arrivino sul set produttori e ideatori del format estero per vedere da vicino l’andamento dei lavori. Bisogna ricordare che si tratta di una creazione originale, frutto dell'idea di persone interessate a diffondere il prodotto, che sia però coerente con l’idea da cui era partito.

Si innesca un meccanismo interessante in cui coniugare due istanze diverse: preservare il contenuto di partenza e ovviamente adattarlo al mercato di arrivo. Soprattutto quando parliamo di due culture molto diverse. 

E quindi, qual è la linea da seguire? Il primo step è eliminare tutti gli orpelli e analizzare lo scheletro, le “regole base”. Da qui si costruisce pian piano il corpo, arricchendolo, personalizzandolo e localizzandolo nel rispetto delle peculiarità del mercato legale e della comunicazione del posto.

Non è facile, soprattutto se pensiamo che il format si chiamerà 4cLegal Academy anche all’estero. Che è un paradosso: non stiamo parlando di XFactor o The Voice in cui è il meccanismo ad essere esportato. Qui a essere rivenduta e raccontata è un'idea di azienda. E devo ammettere che quando sono stato chiamato per scrivere il programma, ero piuttosto scettico. E invece i fatti mi hanno smentito.

 

La 4cLegal Academy è il primo caso riuscito di un talent legale…

A me è capitato tanti anni fa di provare ad adattare un format legale che era però molto spettacolare. Presentava degli elementi di fiction palesi. Era uno di quei casi in cui la qualità e il peso della scrittura erano superiori alla realtà.

Noi invece seguiamo un meccanismo opposto: partiamo dalla realtà e cerchiamo di scriverla e renderla più narrativa. È questo, secondo me, che gli altri mercati hanno sposato: l'idea di poter raccontare la propria attività senza orpelli, abbellimenti o sotterfugi. È questa la grossa idea che proponiamo all'estero e che serviva probabilmente ad alcuni mercati, e chissà magari anche a tanti altri che vorranno proporre il format in futuro.

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