14 Marzo 2019

Selezionare le giovani leve: si parte da qui

SILVIA CUSMAI

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Abstract

Un aspetto tra i più delicati per uno studio legale è rappresentato dal recruiting di nuove leve da inserire nell’organico. Le figure da selezionare vanno dal praticante al senior associate ai vari membri dello staff. La selezione della giovane leva viene spesso sottovalutata dallo studio legale, soprattutto per le figure più giovani. C’è chi si affida a recruiter professionisti. Chi preferisce gestire autonomamente la selezione, proprio in considerazione della sua rilevanza. Vediamo quali sono i canali attraverso cui reperire i curricula, come fare i colloqui di selezione e cosa indagare nel colloquio.

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FACCIAMO UN PASSO INDIETRO…

Se pensiamo a come avvenivano in passato le selezioni, un tempo il professionista sceglieva i praticanti e i collaboratori tra amici o parenti, esisteva poi il professionista che aveva poca scelta in quanto si doveva accontentare di ciò che la sua cittadella offriva. E poi c’era la terza via, quella per cui un aspirante praticante avrebbe dovuto mettersi a completa disposizione del proprio mentore, era un rapporto quasi di sudditanza..si entrava come il signor Nessuno e per questo ci si sentiva fortunati di avere avuto questa opportunità. Ovviamente la pratica non veniva quasi mai remunerata in tutte tre le ipotesi.

Mi ricordo che quando iniziai la pratica presso uno studio legale, una certa riverenza era necessaria nei confronti del mio DOMINUS (azzeccatissima la parola in latino) che aveva deciso di ospitarmi presso il proprio studio, sembrava quasi mi facesse un favore e che la mia gratitudine non fosse mai abbastanza (siamo nel lontano 1999).

Oggi il mondo è cambiato, esistono due tipologie i canali attraverso cui reperire nuovi candidati sia junior che senior per lo studio. Il primo è il canale analogico tradizionale, l’altro quello digitale rappresentato dal mondo del web. Nel primo vi è sicuramente il passaparola, che in questo caso diventa di segnalazione, dove la rete dei contatti è fondamentale: colleghi di altri studi e amici rappresentano il motore di questo tipo di referenza. Troviamo poi il Tribunale con i luoghi dedicati dove lasciare il cv, soprattutto per i praticanti. Per questi ultimi, un altro canale è rappresentato dalle università, con cui alcuni studi stringono partnership proponendo stage nella fase finale del percorso di studi o post laurea.

Passiamo ora al secondo canale, quello moderno del digitale, dove esistono siti specializzati per l’incontro domanda/offerta di lavoro e i social network hanno ormai sostituito le vecchie modalità. Quando la ricerca riguarda praticanti o giovani avvocati, sicuramente i siti d’informazione dedicati al settore e i social network diventano importanti. Tra i primi MAG, che pubblica ogni due settimane annunci specifici provenienti da studi legali e (per gli In-house) dalle aziende. Tra i social network, invece, quello più utile a tal fine è Linkedin. Qui è possibile pubblicare la ricerca di avvocati sia sul proprio profilo (per cui saremo visibili solo alla nostra rete di contatti), sia utilizzare l’apposito servizio che Linkedin dedica (a pagamento) alla ricerca/offerta di lavoro – Linkedin recruiter – dove selezionato il target e inserita la job description è possibile avere l’intera rete del famoso social a disposizione. Per rimanere sempre sui social network, da non sottovalutare sono anche i gruppi dedicati alla ricerca di lavoro, i gruppi di avvocati e di praticanti.

NON BASTA AVERE I NOMINATIVI DA CONTATTARE, CI VUOLE UN SANO COLLOQUIO DI SELEZIONE

Siamo arrivati alla fase critica, quella in cui abbiamo raccolto i curricula che abbiamo selezionato. Come dovrebbe condurre oggi un avvocato un colloquio di lavoro per evitare di disperdere energie e tempo?

Sicuramente scegliendo i candidati prendendo in considerazione gli aspetti tecnici legati alla preparazione giuridica, al titolo di studio, alle esperienze pregresse. Oggi non bastano più le competenze tecniche.

Un consiglio per agevolare la selezione? Prendete in considerazione anche gli aspetti umani e caratteriali, gli aspetti legati al “come” si fanno le cose, oltre che alle competenze del sapere fare.

Inoltre, assai importanti sono gli aspetti relazionali, cioè le attitudini della persona ad instaurare relazioni positive con colleghi, clienti e collaboratori. Per essere competitivi, dobbiamo avere al nostro fianco quanto di meglio possiamo permetterci e il mercato può offrirci. I titolari devono pensare in grande e porsi mete sfidanti, obiettivi che ci generino passione per loro stessi, ma che sappiano coinvolgere anche i propri collaboratori!

Il colloquio di selezione di un candidato va condotto con estrema cura, perché qui si pongono le basi del futuro rapporto. Se si sbaglia a selezionare, il tempo complessivo impiegato per rimediare ai danni prodotti, reimpostare una nuova ricerca e sostituire il candidato non adeguato sarà decisamente maggiore del tempo investito in questa fase per selezionare con calma il profilo adatto alle nostre esigenze.

Oggi è possibile anche fare i colloqui via Skype per avere la possibilità di stringere i tempi dell’appuntamento del colloquio e di fare una scrematura più veloce.

Fatevi dire perché vuole quel posto, cosa pensa di trovare, come pensa di potersi integrare e cosa pensa di poter dare al team in cui entra. Fatevi raccontare perché vuole cambiare, cosa non ha trovato in passato e cosa vorrebbe trovare oggi. Fatevi dire cosa potrebbe demotivarlo e cosa motivarlo. Fatevi raccontare dei suoi genitori, del rapporto che ha con loro, del perché ha scelto quel tipo di studi, di cosa lo spaventa del futuro e di cosa lo appassiona. Come insegna il mio mentore Mario Alberto Catarozzo, non fermatevi qui. “Fate role-playing, quindi giocate con lui durante il colloquio con lo scambio di ruoli e fategli domande del tipo:

  • se fossi tu a selezionare me come praticante, cosa vorresti trovare in me?
  • se fossi tu il titolare dello studio, che tipo di collaboratori ti piacerebbe avere?
  • se ti trovassi a dover scegliere di licenziare un collaboratore, quali criteri seguiresti nella tua scelta?
  • uno studio per te ideale quali caratteristi dovrebbe avere?
  • tra dieci anni dove ti vedi?
  • cosa non sopporti di un capo?
  • cosa ti ha spinto nella tua vita a dare più di quanto ti saresti immaginato?”

Il mio consiglio rivolto ai titolari degli studi legali oggi è quello di riconoscere i meriti delle giovani leve, motivarle anche e non solo a livello economico (ad esempio con percorsi di carriera o legati alla crescita personale) perché la qualità della vita di un avvocato dipende anche dai collaboratori di cui si circonda, più si delega, più si trasmette fiducia alle giovani leve, più ci sarà la possibilità di creare un ambiente di lavoro sano ed ottimista dove tutti abbiano voglia di raggiungere traguardi sfidanti.

Come fare a riconoscere se si è fatta la scelta giusta? Quando la tua nuova leva ha voglia di svegliarsi al mattino per venire nel tuo studio!

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