***
Il punto di vista di uno stagista
Successivamente alla laurea in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno ho intrapreso il tirocinio formativo presso il Tribunale di Salerno che ho concluso nel maggio 2021. Appena conclusa l’esperienza universitaria, non avevo dubbi su quale sarebbe stata la mia scelta circa la prosecuzione della mia carriera professionale e di formazione: da quando ho intrapreso il percorso nella facoltà di giurisprudenza ho fin da subito maturato il desiderio di percorrere la strada per l’accesso alla magistratura.
Consapevole delle strade che conducono a tale professione, ho scelto di iniziare lo stage formativo presso il Tribunale di Salerno. Ho trovato con facilità il bando sul sito del Tribunale di Salerno: ho compilato l’apposito modulo e dopo qualche mese sono stato contattato dalla Segreteria tirocini per il colloquio ai fini dell’assegnazione. Ho espresso sin da subito la preferenza per il settore penale e, difatti, sono stato poi successivamente assegnato alla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Salerno, presso la Sezione Specializzata per i reati ambientali.
Sin dal primo giorno ho iniziato ad affiancare il giudice al quale sono stato affidato in tutte le attività: ad esempio, attività di studio e ricerca, redazione di atti, udienze. Ho imparato molto e mi sono occupato nello specifico di attività preparatorie dell’udienza quali:
a) verifica dell’esatta trasmissione da parte della cancelleria di tutti i fascicoli delle udienze della settimana;
b) riordino e verifica della completezza degli atti del fascicolo di ufficio (verbali delle udienze, originali dei provvedimenti, scritti difensivi delle parti ecc.) e loro sistemazione;
c) preparazione delle udienze con il magistrato, con studio dei fascicoli indicati dal magistrato;
d) preparazione, previa discussione con il magistrato affidatario, della “scheda del procedimento” in cui sono sintetizzati il contenuto della lite (causa petendi e petitum), le questioni preliminari e le principali questioni di fatto e di diritto che la causa pone.
Altre attività di studio e approfondimento quali:
a) Studio di alcuni fascicoli assegnati dal magistrato e discussione con lo stesso, a seguito della quale vengono individuati i punti fondamentali e lo schema di ragionamento di alcuni provvedimenti interlocutori (ordinanze istruttorie, cautelari) o della sentenza (in prevalenza quelle più semplici);
b) redazione di una bozza del provvedimento;
c) partecipazione alla discussione avanti al collegio di alcune cause;
d) a richiesta e su istruzioni del giudice, raccolta e selezione ragionata di massime giurisprudenziali pertinenti alla fattispecie.
Le criticità riscontrate
Il punto più controverso è certamente l’assenza di un compenso assicurato: esiste, infatti, una borsa di studio assegnata dal Ministero sulla base dell’indicatore ISEE e, dunque, sulla base reddituale. Sul punto si è di recente espressa la sopra detta delibera del Csm del 24 luglio 2019 evidenziando che «la borsa di studio non risulta garantita a tutti i tirocinanti, essendo subordinata alla capienza dei fondi stanziati anno per anno dal Ministero, e dalla posizione nella graduatoria degli aspiranti». Si profilerebbero, peraltro, incongruità normative dato che «ad esempio, ai fini delle prestazioni pensionistiche, lo status di studente sino al 26° anno di età viene riconosciuta per le scuole di perfezionamento e corsi annessi alle facoltà universitarie mentre non gode dello stesso riconoscimento il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari». Pari criticità riguardano coloro che avrebbero diritto a tale beneficio: infatti, i tirocinanti fanno richiesta della borsa di studio con riferimento all’anno solare precedente. Per incentivare l’accesso e la partecipazione dei tirocinanti, quindi, bisognerebbe innanzitutto riconoscere la borsa di studio a tutti coloro che svolgono l’attività di tirocinio e, in ogni caso, prevedere tempi più ristretti per l’erogazione della stessa nonché intervenire sul regime fiscale.
Riflessioni conclusive
Indubbiamente il tirocinio formativo presso il Tribunale è un’esperienza di alta formazione e forse unica nella vita: i giovani laureati hanno, così, una valida alternativa ai tradizionali titoli di accesso al concorso, come ad esempio, alla Scuola di Specializzazione per le professioni legali (SSPL) o il titolo di abilitazione alla professione forense. Ma non solo. Non è una scelta riservata a coloro che pensano di voler fare i magistrati, anzi può essere un momento strategicamente formativo anche per coloro che intendono proseguire con la carriera forense considerato, inoltre, che il tirocinio di diciotto mesi equivale a dodici mesi di pratica forense e così i tirocinanti, svolgendo solo altri sei mesi, possono conseguire il titolo di accesso all’esame di Stato per la professione di avvocato.
Se è vero che esistono alternative valide quali i corsi specifici in preparazione all’esame nonché la SSPL, ciò che il tirocinio offre è insostituibile. I giovani hanno la possibilità di vivere a stretto contatto con professionisti che rappresentano ciò che loro stessi vorrebbero diventare e, il ritorno umano e formativo, è altissimo.