Avvocato Lega, molti sostengono che il mondo legal sia per definizione "anticiclico": quando ci sono crisi in corso si dimostra più resiliente. I dati del Rapporto Censis 2021 sull'avvocatura sembrano dire il contrario. Qual è il suo punto di vista, da Presidente di ASLA e da Managing Partner di LCA?
Bisogna sempre comprendere cosa si intende per “ciclico”, ma certamente il dato che ci dice che l’avvocatura ha avuto 130.000 richieste del famoso bonus di 600 €, risponde da solo.
Una faccia del prisma dell’avvocatura degli studi legali organizzati è invece riuscita a non essere particolarmente intaccata, come lei dice: questi studi si sono dimostrati resilienti, grazie alla capacità di sfruttare il networking e le diverse competenze trasversali.
Per uno Studio legale, quali possono essere le chiavi per agganciare il treno della Ripartenza?
Il Recovery Plan, la sostenibilità, dovrebbero indicare a tutti che il futuro è in quelle direzioni. In un mondo che chiama alla degiurisdizionalizzazione, certamente gli studi che si piazzeranno più nell’ambio del consulenziale, dell' advisory, in particolare nei settori del Legal Tech, del Cyber, dell’Ambientale, giocheranno una bella partita.
Negli eventi a cui ha partecipato di recente ha parlato della "sostenibilità" degli studi legali anche e soprattutto come della loro capacità (al momento piuttosto rara) di sopravvivere ai loro fondatori, affermando una continuità nel tempo. Quali sono secondo lei gli ingredienti principali per centrare questo obiettivo?
La comprensione che siamo delle PMI che hanno bisogno di staccarsi da rendite di posizione pregresse e che gli utili dello studio non sono dei singoli soci ma dello studio, del brand e che vengano implementate delle filosofie e una cultura aziendale che incentivino i giovani a credere nel futuro dell’azienda.
