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Prodeco Pharma ha dimostrato un approccio molto concreto alla sostenibilità, con progetti come "Rigenera il Respiro, Coltiva il Futuro" e la collaborazione con Sea The Change. Qual è il filo conduttore che collega queste iniziative e in che modo contribuiscono alla vostra missione aziendale?
La missione di Prodeco Pharma è chiara e ambiziosa: migliorare la salute delle persone, diffondendo una cultura del benessere che guidi ogni nostra azione. Questo impegno rappresenta per noi una priorità assoluta, orientando le decisioni aziendali verso una sostenibilità che integra dimensioni sociali e ambientali. Negli anni, abbiamo intensificato il nostro contributo al benessere della collettività e alla salvaguardia del pianeta. La natura, in particolare, è il fulcro della nostra attività: ci offre piante che utilizziamo per sviluppare i nostri integratori alimentari naturali. Questo legame fondamentale non si traduce solo in gratitudine, ma in un obbligo etico: restituire valore alla natura attraverso azioni concrete e impegnarci a preservarne gli equilibri per le generazioni future. Per onorare questa responsabilità, abbiamo intrapreso collaborazioni con partner che condividono i nostri valori, sviluppando progetti mirati a sensibilizzare aziende e istituzioni. Il nostro obiettivo è promuovere un’azione collettiva e consapevole di fronte alle sfide ambientali, diffondendo un messaggio che possa ispirare un cambiamento concreto. Crediamo che sia giunto il momento di superare l’epoca del “prendere” per abbracciare quella del “restituire” e del “dare”, costruendo insieme un modello di sviluppo più sostenibile. Questo impegno rappresenta per noi non solo un principio astratto, ma una responsabilità concreta e condivisa, che vogliamo portare avanti con determinazione e visione a lungo termine.
Parlando di azioni tangibili, molte aziende affrontano il tema della sostenibilità, ma poche riescono davvero a distinguersi attraverso risultati concreti. Quanto è importante trasformare le parole in fatti e quali consigli darebbe a chi desidera intraprendere un percorso simile?
Lo scorso 23 giugno è entrata in vigore la direttiva “Green Claim”, un provvedimento che attendevo con grande interesse, perché rappresenta un’importante presa di posizione del Consiglio Europeo contro l’abuso di dichiarazioni ambientali prive di fondamento. Finalmente, si pongono limiti concreti all’uso indiscriminato di affermazioni generiche e spesso fuorvianti in ambito pubblicitario, consentendo ai consumatori di distinguere tra chi agisce realmente in modo sostenibile e chi si limita a utilizzare il cosiddetto "greenwashing" per mascherare in realtà comportamenti poco responsabili. È vero che questa direttiva potrebbe sembrare restrittiva, soprattutto per le aziende che investono concretamente in iniziative ambientali e vorrebbero comunicarle. Al tempo stesso, però, trovo che sia un passo necessario per tutelare la credibilità delle imprese virtuose e rafforzare la fiducia dei consumatori. Il mio consiglio per le aziende che vogliono intraprendere un percorso sostenibile è chiaro: agire con coerenza e concretezza. Non serve perseguire obiettivi utopici o cercare soluzioni immediate a problemi complessi; ciò che conta è iniziare, con azioni proporzionate alle proprie possibilità. Ogni sforzo, anche il più piccolo, contribuisce a un cambiamento collettivo. Nessuna azienda può da sola risolvere le sfide ambientali globali, ma un impegno congiunto può davvero fare la differenza. Sono convinto che un cambiamento concreto sia raggiungibile, a patto che si lavori con determinazione e si abbia una visione strategica chiara. L’ottimismo, poi, quando accompagna azioni mirate, rappresenta la vera chiave del progresso.
Guardando al futuro, quali crede siano le azioni fondamentali che aziende e comunità devono intraprendere per integrare concretamente la sostenibilità nei loro modelli di sviluppo?
È evidente che il successo della transizione verso un modello di sviluppo sostenibile dipenda in larga misura dalle decisioni prese dalle istituzioni nazionali e internazionali. Le aziende, per quanto possano impegnarsi individualmente attraverso progetti etici e strategie innovative, necessitano di un quadro normativo chiaro e di incentivi strutturali per integrare pienamente la sostenibilità come principio cardine dello sviluppo. L’intervento delle comunità internazionali, attraverso regolamentazioni più rigorose e il sostegno finanziario a realtà pubbliche e private, è essenziale per accelerare questo processo e per creare un ecosistema in cui il progresso sostenibile diventi la regola. Tuttavia, la presenza ancora diffusa di posizioni negazioniste rispetto al cambiamento climatico, nonostante le evidenze scientifiche accumulate negli ultimi decenni, rappresenta un ostacolo significativo. La resistenza, spesso radicata in interessi economici o nella mancanza di una visione a lungo termine, rischia di rallentare l’azione globale necessaria per affrontare le crisi ambientali e sociali che stiamo vivendo. Nonostante queste difficoltà, continuo a credere nella forza della collettività e nella capacità condivisa di intraprendere un cambiamento reale. Se aziende, istituzioni e comunità uniranno le forze in un impegno coordinato, sarà possibile costruire un sistema più giusto, resiliente e sostenibile. La determinazione e la collaborazione sono i fattori chiave per trasformare sfide complesse in opportunità concrete di miglioramento.