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Ciascuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire. Ed ecco che l’efficientamento energetico diventa un tassello fondamentale non solo per la rigenerazione urbana ma anche per il conseguimento degli sfidanti obiettivi del 2030.
Il contributo del PNRR alla transizione energetica
Il PNRR ha fornito strumenti molto efficaci per trasformare ciascuno di noi in un protagonista attivo della transizione energetica. Grazie a una serie di incentivi, i cittadini possono oggi scegliere in modo semplice ed economico di auto-produrre energia da fonte rinnovabile e di consumarla localmente. Grazie a impianti fotovoltaici, pompe di calore, batterie di accumulo ciascuno di noi può diventare produttore e consumatore, diminuendo il proprio impatto sul pianeta, risparmiando e contribuendo a innalzare la quota di energia verde prodotta dall’Italia. Se si pensa che nel nostro Paese ci sono 10 milioni di tetti di abitazioni che potrebbero ospitare impianti fotovoltaici, siamo di fronte a un potenziale enorme. Tutti gli interventi che vanno in tale direzione sono importanti in questo momento. Non bisogna poi dimenticare il mondo dei condomini che, a loro volta, hanno a disposizione interessanti incentivi per accrescere la propria vocazione alla sostenibilità.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili
Le opportunità offerte dal PNRR non si fermano qui, ma si estendono anche alle Pubbliche Amministrazioni. Penso in particolare alla possibilità di realizzare Comunità Energetiche Rinnovabili (note anche come REC o CER) che consentono di produrre energia verde, di condividerla e consumarla localmente. Questo modello, che rappresenta un nuovo paradigma, è un modo innovativo di produrre energia da fonti rinnovabile e di condividerla con altri edifici, senza gravare sulla rete nazionale, rendendo possibile la produzione diffusa attraverso una modalità sostenibile, capace di abbattere i costi di trasporto. È sufficiente realizzare un impianto fotovoltaico per poi condividerne l’energia prodotta con i membri della comunità. Molti sono i fondi stanziati a supporto della transizione energetica in questa direzione. Nel nostro Paese abbiamo 8mila Comuni, la maggior parte dei quali di piccole e medie dimensioni, che possono facilmente cogliere questa opportunità.
Tuttavia, essere una pubblica amministrazione non è la sola condizione per realizzare una Comunità Energetica Rinnovabile: la possono fare anche società che hanno una serie di pertinenze vicino alla propria struttura o aziende agricole che rappresentano il perfetto modello di applicazione della REC. Si tratta di un paradigma che si adatta a molteplici esigenze e che dovrebbe essere sempre più diffuso nel nostro Paese.
Da poco ne abbiamo inaugurata una a Turano Lodigiano, un Comune di circa 1.500 abitanti. Si tratta della prima Comunità Energetica Rinnovabile in Lombardia, una delle prime in Italia e sicuramente la più numerosa per numero di adesioni: è composta da 23 famiglie, dalla parrocchia e da nove utenze comunali. In questo caso, la Comunità energetica ha consentito anche di venire incontro alle esigenze delle famiglie più fragili della comunità.
Quello che conta, oggi più che mai, è essere consapevoli delle molte opportunità offerte. Credo che il compito di aziende come la nostra sia quello di accompagnare le persone in questo percorso di crescente sostenibilità, cercando di semplificare concetti che non sempre sono di facilissima comprensione. Il nostro obiettivo è mettere tutti nelle condizioni di diventare, in maniera semplice e completamente digitale, protagonisti attivi della transizione energetica. Aumentare la consapevolezza su temi che sono diventati fondamentali è un compito cui ci sentiamo chiamati e che portiamo avanti con passione. Oggi la sostenibilità è nelle mani di tutti noi ed è compito di ciascuno di noi fare la propria parte.
