06 Novembre 2023

Tra great resignation e retention: come valorizzare e attrarre le persone

GIOVANNI CIRIELLO

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Abstract

La voce del Legal Talent of the Year 2023, racconta la sfida attuale del mercato del lavoro tra il "Great Resignation" e le strategie di retention, evidenziando come il valore distintivo per i lavoratori vada oltre la laurea, richiedendo una combinazione di vari elementi. Un punto focale è l'importanza di attrarre e soprattutto trattenere i talenti, considerando il crescente malessere emotivo come uno dei principali motivi delle dimissioni di massa.

 

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In un mercato del lavoro così competitivo, la laurea non è più sufficiente per ottenere il lavoro dei sogni. Quello che serve per distinguersi dalla massa è un mix vincente tra formazione, esperienza e soft skills.

Dall’altro lato, il cuore pulsante di un’organizzazione sono i suoi dipendenti, grazie ai quali si possono raggiungere piccoli o grandi successi. Pertanto, l’obiettivo delle aziende, degli studi legali e anche della pubblica amministrazione è quello di preservare il loro patrimonio più prezioso: le risorse umane.

Bisogna, quindi, saper acquisire i talenti ma anche saperli trattenere. Infatti, una realtà lavorativa in cui le risorse sono sottostimate risulterà perdente nel lungo periodo: la valorizzazione delle persone è un vantaggio competitivo.

 

Great resignation: il malessere emotivo

Great Resignation” è il termine coniato per indicare le dimissioni di massa da lavoro. Il fenomeno è apparso nell’estate 2021 e da due anni a questa parte si conferma con numeri in salita.

Da     recenti    ricerche del    Politecnico    di     Milano    emerge    che                   per          una/un lavoratrice/lavoratore su quattro la ricerca di modalità di lavoro più “agili” è tra i motivi principali che portano alle dimissioni. Il dato più critico, tuttavia, è che per la maggior parte degli intervistati le motivazioni sono legate soprattutto al malessere emotivo.

Dal punto di vista delle organizzazioni questa situazione si traduce in un aumento dell’incidenza del turn-over e in una maggiore difficoltà ad attrarre le risorse indispensabili ad aggiornare il proprio know-how. Risorse umane che, dopo l’esperienza della pandemia da covid-19, non lavorano più secondo le “vecchie regole” del mercato del lavoro. Questa è un’inclinazione sensibilmente più marcata nella c.d. generazione Z, ossia i nati a cavallo tra il 1997 e il 2012. La prima generazione nata interamente in un mondo digitale, infatti, considera l’allineamento con la vision e la mission di una organizzazione una condizione fondamentale per la continuità lavorativa.

 

La sfida della retention

Con l’espressione employee retention ci si riferisce alla capacità di un’organizzazione di trattenere i propri dipendenti. Questo è senza dubbio un tema centrale nelle agende delle organizzazioni che si confrontano con una nuova generazione, sempre più attenta a tematiche etiche, sociali e ambientali.

In tal senso, un aspetto ricorrente è la psychological safety, ossia la creazione di ambienti di lavoro accoglienti, che incentivino il benessere e la condivisione libera di idee.

C’è poi il tema della convivenza tra generazioni. Mettere in relazione le nuove generazioni con i colleghi con maggior seniority, infatti, è un valore aggiunto per le organizzazioni che guardano al futuro. I modelli di un tempo sono oggi obsoleti e non funzionano più in un sistema di convivenza intergenerazionale, che presenta diversi modi di intendere l’equilibrio vita-lavoro.

 

Conclusioni

Gli strumenti per acquisire e trattenere i talenti ci sono: bisogna conoscerli e saperli utilizzare.

Emerge, in primo luogo, il ruolo centrale che la tecnologia gioca in un’organizzazione pronta a valorizzare le proprie risorse. L’approccio human centered, infatti, può portare a una maggiore armonia tra uomo e innovazione. Le organizzazioni, inoltre, hanno la necessità di individuare percorsi di carriera trasparenti ai quali possano ambire i più meritevoli. Sarebbe altresì necessario investire molto di più nella formazione. Questa dovrebbe essere fruita da tutti i dipendenti, in modo adeguato ai propri bisogni formativi e privilegiando le competenze strategiche. Si segnala, infine, che dal 13 agosto 2022 sono diventate operative le nuove direttive europee per migliorare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Queste introducono nuovi diritti sociali per lavoratrici e lavoratori e rappresentano un utile strumento per creare ambienti di lavoro sani.

In estrema sintesi, va definita una strategia per favorire l’attrattività in termini di motivazione e spirito di appartenenza. Una strategia che sappia raccontare l’organizzazione per renderla riconoscibile e in grado di motivare le persone.

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